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  •  La statistica che penalizza Rijkaard

    La statistica che penalizza Rijkaard

    Il trio olandese di un Milan indimenticabile si sta ricomponendo, con il minimo comune denominatore della disoccupazione. Dopo i flop di Gullit e Van Basten è infatti arrivato quello di Frank Rijkaard. Se l’esonero dal Barcellona era comunque arrivato dopo un periodo glorioso (con la Champions League 2006 a svettare su tutto), questo dal Galatasaray (mascherato da risoluzione del contratto) ha tutt’altro sapore. Va però detto che Rijkaard come allenatore ha tutt’altra grinta rispetto ai famosi ex compagni che pure le loro grandi occasioni (Gullit il Chelsea, Van Basten l’Olanda) le hanno avute. Anche se il suo bilancio da coach al momento dice questo: una dimissione e tre esoneri su quattro squadre allenate, pur considerando che la statistica non tiene conto dei periodi positivi.


    Dopo avere iniziato non esattamente dal basso, cioè dalla nazionale olandese (prima come assistente di Hiddink, poi come c.t.) portata nel 2000 alla semifinale dell’Europeo (fu la notte di Toldo e del più famoso dei cucchiai di Totti) e salutata con dimissioni forse affrettate, Rijkard è passato attraverso una retrocessione con lo Sparta Rotterdam (la prima nella storia del club) per arrivare nel 2003 al Barcellona. Due campionati e una Champions vinta, prima dell’esonero a fine 2008 dopo un tracollo con il Real. Il dispiacere di veder trionfare subito Guardiola in Champions e poi aspettando un’offerta del Milan post-Leonardo l’occasione arrivata dalla Turchia al posto del mito del club Bulent Korkmaz (proprio l’ex grande difensore).

    Nella mente di Berlusconi l’unico del trio con qualche possibilità di allenare il Milan è Van Basten, ma Rijkaard la prossima estate sarà ancora un nome spendibile. Ha voglia di calcio, non come quando smise di giocare (nel 2005) e per un lungo periodo si dedicò solo al sogno di diventare un grande stilista di biancheria intima.
     


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