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  • Storia di Ozorio: tra Brasile, Italia, Germania, Dodò e il Milan

    Storia di Ozorio: tra Brasile, Italia, Germania, Dodò e il Milan

    • Angie Borromeo
    Dalla squadra di calcio più famosa e seguita in Brasile, il Corinthians, all’Europa, il salto è stato breve per il giovanissimo centrocampista di scuola paulista Lucas Ozorio Fuschilo, nato a Mococa di San Paolo in Brasile, il 29 marzo 1989 e grazie al bisnonno napoletano, in possesso del passaporto italiano. Inizia la carriera nelle giovanili del Corinthians e vi gioca sino al 2009. L’anno dopo è in Italia per giocare con il Portogruaro, sotto la guida tecnica di Alessandro Calori, e contribuisce alla qualificazione in serie B della squadra veneta. La stagione successiva firma con il Saint-Gilloise, la squadra di calcio di Saint-Gilles, comune della regione di Bruxelles, portandola sino ai play off per la qualificazione in B. 
    Nel 2013 firma con la società tedesca SC Pfullendorf, dove resta sino allo scorso dicembre, per poi rientrare in Brasile in prima divisione con l’Arapongas (Campionato Paranaense). L’ultima stagione passa all’Unione Barbarense.

    Lucas, Lei conosce bene sia il calcio tedesco che quello brasiliano, vorrei una sua valutazione sulla pesante sconfitta del Brasile 7-1 contro la squadra di Loew. 
    La Germania oggi é indiscutibilmente la squadra più forte nel mondo. Però nessuno avrebbe mai potuto immaginare un disastro di quelle dimensioni per il Brasile. Con Thiago Silva e Neymar penso che sarebbe andata diversamente, non dico che avremmo vinto di sicuro, ma almeno avremmo giocato una partita migliore. Come tifoso posso dire che è stata una brutta sconfitta che ha provocato troppo dolore. Tecnicamente non mi è piaciuto nulla di quella partita. La squadra brasiliana non era compatta, sembravano stanchi, persi sul campo, senza concentrazione. La Germania ha dominato con il possesso palla e mi ha meravigliato la sicurezza e la tranquillità in campo, il controllo sino alla fine sull’avversaria. Il peggiore del Brasile, a mio parere, è stato Dante, tecnicamente bravo ma senza quella grinta necessaria in una gara di semifinale mondiale. I tifosi avrebbero voluto Miranda al suo posto, ma Felipao ha fatto le sue scelte, senza farsi influenzare. Non ho compreso perché non ha fatto giocare Hernanes, uno dei più forti e intelligenti centrocampisti del mondo, dotato di un ottimo possesso palla, che sarebbe stato utile per mettere in difficoltà il settore più forte della Germania, il centrocampo. Il tecnico brasiliano predilige il tridente d’attacco, ma secondo me Fred non era all’altezza, avrei preferito rinforzo e compattezza a centrocampo con l’inserimento di Hernanes.

    I migliori attaccanti sudamericani giocano attualmente in Europa: Lionel Messi e Neymar nel Barcellona,  Higuain nel Napoli, Lavezzi e Cavani nel Psg, Anche lei ha giocato tra Belgio, Italia e Germania. L’Europa resta la meta ambita? 
    Credo che per ogni calciatore ciò che conta davvero sia diventare un campione. Se poi accade in Europa, in Brasile o in un’altra parte del mondo, non fa differenza. Ad esempio, il mio amico Dodò è molto apprezzato in Italia e se lo contendono i migliori club. Dopo due stagioni alla Roma è ora all’Inter. Lui era già forte quando giocavamo insieme nelle giovanili del Corinthians e ora sta ottenendo il successo che merita qui in Italia.  Posso dirvi che Dodò è tra i giovani difensori più forti al mondo.

    Cosa ricorda di Dodò?
    Eravamo nello stesso alloggio ma non dividevamo la stessa camera. E’ un ragazzo simpaticissimo e ricordo, soprattutto, le nostre risate, quando si scherzava tra di noi nei  momenti di pausa tra allenamenti e gare.
     
    Quali sono le sue caratteristiche tecniche e a quali schemi tattici si adattano meglio? 
    Sono abbastanza veloce, possiedo forza fisica e, soprattutto, ho buone abilità negli assist e nei dribbling.  Mi adatto facilmente agli schemi degli allenatori anche perché ciascuno ha una sua impostazione tattica di gioco e sta, poi, a noi giocatori essere  a loro disposizione. Pensi che quando ho iniziato ero un trequartista, ruolo che va esaurendosi nel calcio moderno, mentre oggi copro il ruolo di mediano perché così ha deciso il mio ultimo allenatore, che mi utilizza nel 4-3-3 come centrale di centrocampo. Il calcio moderno ormai pretende giocatori capaci di giocare in più ruoli.

    Se potesse scegliere la  squadra europea in cui giocare, quale sarebbe? E tra quelle italiane qual è la sua preferita?
    Sceglierei il Bayern Monaco. La squadra italiana? La Juve. Sono entrambe squadre vincenti, forti e con progetti ambiziosi. La Juve, poi, è certamente, la migliore squadra in Italia. Però giocherei anche nel Milan perché ci sono tanti brasiliani come me, e mi risulta che sia il Presidente Silvio Berlusconi sia il vice-Presidente la signora Barbara Berlusconi  apprezzino molto la fantasia del gioco brasiliano.

    Lei in Italia è stato in prova con alcune squadre. Come mai non vi è stato l’accordo definitivo?
    Nella stagione 2009/ 2010, sono stato una settimana in prova al Portogruaro quando il tecnico responsabile era Alessandro Calori, con il quale mi sono trovato benissimo. È un allenatore bravissimo. Decisi, quindi, di firmare per restare sino al termine del Campionato, che ha visto la squadra veneta qualificarsi in serie B. E’ stata una stagione esaltante di cui conservo un bellissimo ricordo. Prima del Portogruaro, stavo anche concludendo con il Gallipoli quando era in B, ma la società ebbe problemi e, quindi, non firmai il contratto.

    Qual è stata la sua migliore stagione?
    In Belgio con il Saint Gilles perché siamo arrivati ai Playoff e ci è mancato pochissimo per raggiungere la qualificazione in B. Nel settore giovanile del Corinthians ho avuto tante stagioni gratificanti, che mi hanno portato ad una pre-convocazione in nazionale, che resta il progetto per me più ambizioso da realizzare.
     

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