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  • La tela cinese sull’Atletico Madrid

    La tela cinese sull’Atletico Madrid

    • Pippo Russo
    Un’accademia nella città natale di Miguel De Cervantes. L’Atletico Madrid guarda al futuro e accelera verso la costruzione della cittadella sportiva dedicata alle squadre delle categorie giovanili. Lunedì scorso il comune di Alcalá de Henares, cittadina di circa 200 mila in cui è nato l’inventore di Don Chisciotte, ha firmato col club colchonero l’accordo per la concessione di un’area da 70 mila metri quadri in cui verrà allocata la struttura. Un investimento da oltre dieci milioni di euro, che verranno spesi per l’edificazione di un piccolo stadio con capienza di 2.000 posti, quattro campi da calcio regolamentari e uno da calcio a 7, un’area che il sito “Palco 23” (LEGGI QUI) indica come dedicata alla “tecnificacion para porteros”, e ben nove spazi riservati alla pratica del “Padel”, versione ispanizzata del Paddle Tennis. A queste installazioni sportive vanno a aggiungersi un sala stampa, una caffetteria, un supermercato, una sala riunioni e aule da riservare allo studio. L’Atletico pagherà al comune di Alcalà un canone annuo di 128.026 euro per l’affitto del terreno.

    Si tratta di un investimento lungimirante, effettuato da un club che molto dovrà fare per scrollarsi di dosso l’etichetta di campione mondiale di TPO. E in questo senso la scelta di puntare sulla formazione dei giovani è un segnale di controtendenza, cui bisognerà però farne seguire ulteriori. Ma c’è un altro aspetto dell’affare che merita di essere messo in evidenza e schiude uno scenario cui bisognerà dedicare attenzione. Esso riguarda il finanziamento da 15 milioni di euro, a sostegno del progetto di accademia, concesso dal Dalian Wanda Group (DWG). Cioè la holding cinese di proprietà di Wang Jianlin, l’uomo più ricco della Cina nonché detentore della ventottesima fortuna al mondo (28,6 miliardi di dollari), secondo le aggiornatissime stime di Forbes (LEGGI QUI). Oltre a aver comprato Infront, DWG è dallo scorso anno proprietario del 20% dell’Atletico. Un investimento sul cui senso ci si è interrogati per lungo tempo, tanto più che durante l’anno intercorso la holding cinese è rimasta in seconda fila rispetto alle strategie del club. Ma ecco che adesso DWG dà un segno della propria presenza, e lo fa con un finanziamento che l’articolo di “Palco 23” definisce “aportación altruista” (traducibile con “donazione liberale”), e per entità è pari a una volta e mezza il costo stimato per la realizzazione del progetto. Di fatto, Wang Jianlin copre i 10 milioni necessari a costruire la struttura e ne mette sul piatto altri 5. Perché lo fa?

    La risposta all’interrogativo necessita di essere sviluppata. Di sicuro va scartata l’idea che la holding cinese abbia compiuto un gesto mecenatistico. Né un intervento finanziario così pesante può essere visto soltanto come un investimento per la valorizzazione di un proprio asset (l’Atletico Madrid, appunto). Più probabile che la scelta di DWG sia da collegarsi a due motivi.

    Il primo riguarda le aree di business della holding, che è una multinazionale dell’entertainment e dell’immobiliare. DWG investe in catene di sale cinematografiche e hotel di lusso, acquisisce marchi storici del mondo dello spettacolo come Legendary Entertainment (LEGGI QUI) e costruisce parchi a tema in quadranti diversi del pianeta (LEGGI QUI). Inoltre, la holding ha dei forti interessi immobiliari nell’area madrilena (LEGGI QUI). Ma a contare sopra ogni cosa è che la holding di Wang Jianlin, come gli altri player globali dell’economia cinese (LEGGI QUI), investe tanto nel calcio come nell’industria culturale in osservanza di una precisa volontà del presidente della repubblica Xi Jinping. Che sta provando a fare del XXI secolo l’éra dell’egemonia cinese, e perciò lavora alla costruzione di un soft power su scala globale: cioè, all’edificazione delle forme d’influenza e dominio affermate non attraverso l’uso della forza, ma col ricorso alla persuasione esercitata attraverso i fattori più diffusi di cultura popolare. In questo senso, come ha spiegato qualche mese fa l’Economist, DWG è un fattore fondamentale (LEGGI QUI). All’interno di questo piano di ampio respiro, l’assunzione di un ruolo più attivo nell’Atletico Madrid, club che negli anni recenti si è costruito una posizione nell’élite del calcio internazionale, può avere una funzione determinante.

    Il secondo motivo può essere legato più direttamente alla dimensione agonistica, e riguarda lo spostamento in Europa di calciatori cinesi in età di formazione. Nelle scorse settimane ha fatto scalpore l’accordo di sponsorizzazione della Segunda Liga portoghese stipulato fra il presidente della lega professionistica lusitana, Pedro Proença, e la cinese Ledman, azienda leader nel settore dell’optoelettronica. Fra le condizioni di quell’accordo ce n’è una che ha messo in allarme le associazioni dei calciatori e degli allenatori portoghesi: la garanzia che le squadre della Segunda Liga riservino spazio a un plotone di calciatori e tecnici cinesi (LEGGI QUI). L’intento di questa misura è abbastanza chiaro: sviluppare in Europa una generazione di calciatori cinesi, calandoli dentro condizioni di maggiore selettività e competitività. Messa in questi termini, il finanziamento dell’accademia tirata su da un club di cui si possiede il 20% è un ulteriore passo avanti. Qualcuno starà già obiettando: stai mettendo assieme Atletico Madrid e Segunda Liga portoghese, e altrettanto stai facendo con DWG e Ledman. Rispondo che il 30 luglio dell’anno scorso Ledman ha investito 25 milioni di euro in Infront (LEGGI QUI), cioè in un pezzo importante della holding DWG. Le due società stanno lavorando separatamente alla realizzazione del medesimo disegno. E qui il cerchio si chiude. Il tempo dirà.

    @pippoevai

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