Calciomercato.com

  • La verità sul derby d’Italia è nei 21 punti di distacco

    La verità sul derby d’Italia è nei 21 punti di distacco

    Torna il campionato con la partita che una volta era chiamata il “derby d’Italia”: InterJuventus. Una sfida che ieri, però, aveva meno pathos visti i 18 punti di differenza tra le contendenti, troppi per individuare nei nerazzurri un avversario di primo piano. E pensare che i milanesi vinsero nel girone di andata, dando anche la sensazione di poter competere per qualcosa di importante. Dirigenti, allenatore e giocatori nerazzurri manifestarono pubblicamente i loro intenti, probabilmente in maniera intempestiva e con troppo clamore. Da quel momento il buio. Ieri il temporale: la Juve vince meritatamente a S. Siro, i punti di distacco diventano 21 (normale distacco prima di Calciopoli), ritorno al passato e prova evidente di una programmazione se vogliamo approssimativa. Il fallaccio finale di Cambiasso su Giovinco è la foto della foga che hanno messo i nerazzurri, l’agonismo al posto della lucidità. La vittoria dei bianconeri dovrebbe aver messo fine ai lamenti del popolo interista. Ieri sugli spalti campeggiava una foto del loro Direttore Generale, Marco Fassone, in forza all’Inter dal maggio 2012, che all’epoca in cui era uomo marketing bianconero si fece fotografare con una maglia con sopra scritto «ridiculi» a tinte nerazzurre. I tifosi bianconeri hanno esposto la foto perché gli interisti sappiano come la pensa il loro dg. Le dichiarazioni a Sky di Stramaccioni («siamo contenti della prestazione») è un segno di resa, ha magari trascurato un particolare, quando è stato detto che l’Inter del secondo tempo si è mostrata superiore alla Juve, sarebbe stato giusto dire che l’Inter, in svantaggio, metteva più foga che lucidità mentre la Juve doveva amministrare il vantaggio. Nella lotta per il terzo posto domina il Milan, che a questo punto può tranquillamente pensare al secondo. La Fiorentina ha perso un’occa sione importante a Cagliari: i rossoblu hanno vinto meritatamente (probabilmente «Is Arenas» vuoto porta fortuna ai sardi come i domiciliari a Cellino). La Lazio se l’è vista brutta con il Catania, alla fine è riuscita a far suo il risultato a dimostrazione di una squadra che non si da mai per vinta. La Roma a Palermo, una sconfitta senza recriminazioni, difesa e centrocampo colpevoli quasi come ai tempi di Zeman. La verità va poi ricercata nel rendimento di Totti, per la prima volta quest’anno alquanto scadente. Quando viene meno il capitano, in casa Roma si spegne la luce.

    Ottimo il Palermo che, tornato nelle mani di Sannino e Perinetti, aveva già dimostrato a San Siro con il Milan una ritrovata vigoria, confermata contro la Roma. La salvezza ora non è più impossibile. Se l’allenatore e il dirigente rosanero non fossero stati sollevati dall’incarico e avessero potuto continuare a lavorare in santa pace, sicuramente la posizione in classifica della squadra sarebbe tutt’altra. Il Genoa di Preziosi contro il Siena fallisce l’occasione importante di allungare il passo, il pareggio interno infatti rimette in gioco il Palermo e il Siena stesso che non molla mai. Tre squadre in lotta per raggiungere quella salvezza che ormai sembra preclusa al Pescara dopo la sconfitta contro il Parma: emiliani in gran forma, gran gol di Amauri, sicuramente il più spettacolare della giornata. Pareggi in bianco in Udinese-Bologna e Atalanta-Sampdoria, due gare che non creano problemi a nessuna delle contendenti vista la loro posizione di classifica relativamente tranquilla.


    Altre Notizie