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  • La Versilia non è un paese per cani

    La Versilia non è un paese per cani

    • ​Marco Bernardini
    Voglio dedicare questo intervento al mitico Candido Cannavò che per più di venti anni diresse la Gazzetta dello Sport. Una delle sue ultime rubriche di grande successo era dedicata alla difesa degli animali e in particolare contro l’abbandono e la vivisezione dei cani. In questo modo anticipo quei (pochi, spero) pronti a chiedere cosa c’entra tutto ciò con il calcio. Cannavò rispondeva così. “Il calcio è gioia. Qualsiasi tipo di violenza è barbarie e va denunciata anche da noi uomini di sport”. Bene, se l’idea vi piace seguitemi.

    In pochi mesi di dialogo a distanza, credo di aver imparato chi sia il “popolo della Rete”. Cioè, anche voi “passanti” di Calciomercato. Soprattutto ho potuto verificare la grande forza del movimento e l’impatto che esso può avere su situazioni che sembrano radicate nel peggio. Una qualsiasi denuncia, se esternata con finalità positive e ben motivata, tra le nani della Rete” può davvero diventare un’arma per fare pulizia. Per questo trovo giusto lanciare questo appello nella speranza che, anche attraverso il vostro intervento, un fenomeno vergognoso e orribile di violenza su esseri viventi abbia a cessare.

    Tutti, nel mondo, conoscono la Versilia come la “nuova Florida” dell’Europa. Tant’è, come negli Anni Sessanta da Pietrasanta a Forte dei Marmi vip assortiti sono tornati a popolare questa riviera per la felicità e il benessere dei loro abitanti stanziali. Campioni del calcio e i loro presidenti almeno per un paio di settimane diventano “versiliesi” e quando tornano al lavoro lasciano qui le loro famiglie. Insomma, la Versilia è di nuovo terra per Famosi.

    Non per cani, però, intesi come animali domestici e nostri fedeli amici. Da mesi, infatti, è in atto una vera e propria strage di queste innocenti creature, siano di razza o semplici meticci. Una media di cinque animali viene trovata morta ammazzata in spiaggia, dentro il Parco della Versiliana e addirittura all’interno di giardini di abitazioni private dove polpette-bomba vengono lanciate oltre i cancelli da farabutti al momento ancora ignoti. Tutti puntualmente assassinati con bocconi avvelenati o, tremendo, farciti all’interno con frammenti di lamette. Un numero incredibile di esposti giace sulle scrivanie di sindaci e forze dell’ordine senza che in realtà si sia fatto qualcosa di concreto per incastrare gli autori di questi autentici delitti seriali.

    Di qui l’idea di coinvolgere tutti voi, amici della rete e del nostro sito, perché anche attraverso il passaparola telematico ormai classico e naturale tipo Facebook o Twitter sia possibile trasformare la voce legittimamente preoccupata e scandalizzata di una piccola comunità del nostro Paese in un urlo tanto allargato e così potente da costringere questi “ratti di fogna” umani a mostrarsi sotto la luce del sole. Semmai dovessimo, tutti insieme, riuscirci dedicheremo l’impresa al buon Cannavò e a tutti i nostri amici a quattro zampe.

     

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