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  • La vittoria dell'Ancona a Parma, tra false promesse, miserie e scommesse

    La vittoria dell'Ancona a Parma, tra false promesse, miserie e scommesse

    • Luca Borioni
    Una squadra reduce da fallimenti riusciti o sventati, ormai abbandonata da tutti. Ultima in classifica. Destinata a precipitare in serie D. Va in trasferta in casa della seconda in classifica dove tutto sembra un altro mondo: lì, dopo la solita caduta, c’è stata almeno la pronta risposta della città, è stata progettata e avviata la ricostruzione per una rinascita annunciata e poi rispettata dai risultati, anche se meno agevole del previsto, in un campionato tutt’altro che scontato.

    Praticamente un classico e pesante testacoda, quello che metteva di fronte al glorioso Tardini il Parma e l’Ancona, campionato di Prima divisione (anzi, diciamo serie C). Gli opposti che si toccavano in una sfida rievocativa, ma al tempo stesso malinconica.

    Il risultato pareva scritto a caratteri cubitali. Il Parma che non avrebbe potuto perdere di vista la capolista Venezia. L’Ancona rassegnata al peggio, dopo aver gettato al vento la chance dello scontro diretto con il Teramo, in casa, una settimana prima. Non ci sarebbe stata partita, secondo logica.

    Tra l’altro per l’Ancona non si trattava solo di una crisi tecnica. Quello in fin dei conti sarebbe stato l’ultimo dei mali, perché il cuore del problema ormai da anni sta in un bubbone mai curato nel capoluogo delle Marche, la tragicomica passerella di personaggi impresentabili e inaffidabili ai vertici del club. Con la città e i tifosi che restano passivamente a guardare. Una storia assurda, interrotta a un certo punto - tra una delusione e l’altra – dalla favella della partecipazione popolare, con l’associazione Sosteniamolancona che entra nella gestione della società, diventa garante dell’etica e della buona amministrazione, un esempio inedito e in cui specchiarsi, gettando le basi per un possibile futuro finalmente libero da personaggi truffaldini, da nuove prese in giro come le tante già viste.

    E invece tutto come al solito comincia a peggiorare.

    L’estate scorsa è stato il turno dell’architetto romano Fabiano Ranieri. Arriva, promette la rinascita e presenta il nuovo tecnico Fabio Brini, poi il dg Cerminara. Tempo pochi mesi e una nuova cordata si affianca a Ranieri, che passa dal 30 al 13% delle quote. Ci sono annunci in pompa magna, progetti che mirano al settore giovanile e al marketing più moderno, al web e chissà a cos’altro. Ma intanto in campionato la squadra risente dell’incertezza (e dei pochi soldi) passando dal sogno della B al rischio retrocessione. Ecco l’esonero di Brini e l’arrivo in panchina di Giovanni Pagliari. Ma anche qualche arresto tra personaggi vicini alla cordate. Panchina affidata a Tiziano De Patre con la favola avviata verso l’epilogo peggiore, a cui tutti sembrano rassegnati. La retrocessione di una piazza, non solo di una squadra di calcio, che anche quando ha raggiunto la serie A non ci ha mai creduto ed è rimasta storicamente vittima del suo stesso ostinato scetticismo.

    Per la partita di Parma la squadra viaggia in pullman partendo al mattino e rientrando alla sera, proprio perché non se ne può fare a meno e i soldi sono finiti, se mai ci sono stati.

    In campo però il calcio è un’altra storia, diventa gioco. E il Parma giochicchia con sufficienza, crede che tutto sia semplice. L’Ancona segna al 60’ con Frediani e al 92’ con Del Sante. Alla fine il capitano parmigiano Lucarelli non si nasconde: “Siamo stati ridicoli”.

    Ma pensate che questo improvviso raggio di sole sia sufficiente a riscaldare il cuore dei tifosi anconetani? No. Il giorno dopo compare l’ombra, vera o presunta, del calcioscommesse. Si narra infatti di un record sospetto di giocate sul risultato ottenuto in campo dall’Ancona, questa clamorosa e romanzesca vittoria. Talmente assurda da non sembrare vera, talmente irreale da non possedere neppure il potere di cambiare un esito già scritto.

    Sarà così? Tristezza biancorossa per favore vai via. 

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