Calciomercato.com

  • Lazio a porte chiuse:| Lotito fa ricorso all'Uefa

    Lazio a porte chiuse:| Lotito fa ricorso all'Uefa

    Due partite senza tifosi in Europa per la squadra biancoceleste.
    Lazio a porte chiuse, Lotito non ci sta: "Squalifica ingiusta".
    La furia di Lotito, il giorno dopo, non si è ancora placata, come era prevedibile. Porte chiuse in Europa League, un danno d’immagine ed economico per la società. Paga la Lazio, pagano la parte sana e la stragrande maggioranza della tifoseria, ma si apre anche la battaglia del ricorso. La sentenza si basa su presupposti contestati dalla società. Lotito, attraverso un lungo intervento a Lazio Style Radio, s’è sfogato e ha raccontato cos’è successo giovedì.  «Il delegato Uefa, invece di rimanere in tribuna ad assistere alla partita, si muove e va sotto la curva. Quando la curva si è accorta di questo ospite, intorno al 13’ del primo tempo, ha cominciato a cantare gli stessi cori che rivolgono a me, muovendo anche le braccia in avanti. A questo punto, il delegato scozzese ha consigliato a quello montenegrino di andare via da lì e recarsi in tribuna. Alla fine «La Lazio paga ancora un’etichetta affibbiata anni fa, anche per gesti di alcuni calciatori di cui ricordate il nome»della partita, come al solito, abbiamo fatto il consuntivo di quanto accaduto e l’Uefa ci ha espresso parole di elogio per l’organizzazione».

    DUBBIO - Nessuno si era accorto, in presa diretta, degli episodi contestati dall’Uefa.  «Noi abbiamo una documentazione probante delle forze dell’ordine che testimonia il contrario. Se ci fossero stati episodi gravi, percepibili, sarebbero arrivati all’attenzione delle istituzioni preposte all’ordine pubblico. Se questo non succede, allora vuol dire che non ci sono stati episodi particolari. In un momento successivo, si analizzano i filmati delle telecamere di sicurezza: bene, non sono stati esposti simboli o richiami a ideologie particolari. Mi fa strano, anzi penso sia impossibile, che una persona su ventimila sia riuscita individuare prima 200, poi sono diventati 300 nell’atto contestato. Ripeto, quel gesto è un gesto fatto per dar forza al coro che si sta facendo, lo fanno anche quando cantano contro di me. E’ evidente. Ma anche se fossero 20-30 persone su ventimila, parliamo di percentuali irrisorie e allora non si può punire la società e una tifoseria che, ribadisco, è molto cambiata negli ultimi anni».

    MONITO - E’ ovvio che l’Uefa attendeva al varco la Lazio e i suoi tifosi, cercava il pretesto per far scattare la squalifica. Ma occorrerà, per il futuro, anche un salto di qualità e di maturità dei tifosi. Gli idioti, seppur pochi, andranno isolati.  «La Lazio sta facendo di tutto per prevenire certi fatti, è sotto gli occhi di tutti. E l’atteggiamento della tifoseria organizzata sta cambiando, è sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine. Io posso lanciare un monito ai nostri tifosi, spingerli verso un atteggiamento ancora più composto e responsabile. Ma devo anche registrare che negli ultimi tempi stanno cambiando. Se tre persone sono fuori dal coro, non si può etichettare un’intera tifoseria. Giocare a porte chiuse penalizza tutti, anche loro» . Conto salatissimo per episodi non evidenti. «Lo ripeto, non ci sono stati comportamenti razzisti, episodi eclatanti e percepibili nell’immediato».

    PASSATO - C’è un’immagine da cancellare.  «La Lazio paga ancora un’etichetta che gli è stata affibbiata anni fa, quando ancora non c’ero, anche per colpa di gesti di alcuni calciatori dei quali ricorderete il nome» ha aggiunto senza nominare Di Canio. Lotito si augura che l’Uefa riveda in appello la sentenza.  «Noi vogliamo che sia ripristinata la verità dei fatti, perché non ci sono stati episodi gravi ed evidenti. Non c’erano neanche i presupposti per avere atteggiamenti razzisti. Avete visto chi ha acceso fumogeni? Bene. Nessuno ha esposto simbologie, nessuno ha fatto cori» . Sull’organizzazione dell’evento, ha aggiunto:  «Noi avevamo avuto sentore che potevano esserci degli episodi di aggressione nei confronti dei tifosi avversari, episodi non attribuibili alla tifoseria organizzata della Lazio. Episodi che sono avvenuti nei pressi dell’hotel Hilton, in una piazza di Trastevere, mentre un altro episodio è accaduto a Ponte Duca d’Aosta. Ma non ci sono elementi d’identificazione, la tifoseria organizzata non c’entra. Non possiamo rispondere della sicurezza dei tifosi tedeschi che girano per Roma. Erano diecimila e ubriachi, come hanno ridotto le piazze lo avete viste, era difficile controllare ogni angolo della città. Le forze dell’ordine hanno fatto il massimo. La Lazio è un modello e non può essere punita per il nulla o per un problema di facciata».


    Altre Notizie