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  • Addio a Chinaglia:| Il ricordo della Lazio '74
Addio a Chinaglia:| Il ricordo della Lazio '74

Addio a Chinaglia:| Il ricordo della Lazio '74

  • M.A.

Giorgio Chinaglia è morto ieri mattina nella sua casa Naples, in Florida, reduce dalla settimana di ricovero in ospedale a causa di un attacco cardiaco. In prima battuta si sperava che si trattasse di un macabro pesce d'aprile, poi è arrivata la conferma della notizia direttamente dal figlio di Long John, Anthony. 'Mio padre è morto questa mattina (ieri, ndr) intorno alle 9.30'. Sessantacinque anni, un pezzo di storia della Lazio. Una bandiera, sette stagioni e 98 gol nella squadra di cui, dall'83 all'85, fu anche presidente. Ambasciatore di New York Cosmos, il suo ultimo club da giocatore, Chinaglia era negli Usa dal 2008, dopo che nel 2006 era stato accusato di riciclaggio e aveva ricevuto un mandato d'arresto. 'Uno sbaglio di generosità', dicono gli ex compagni dell'eroe dello scudetto del '74, la prima volta del tricolore cucito sulle maglie biancocelesti.

Di quella squadra, Pino Wilson era il capitano: 'C'è il rimpianto che fosse da solo, questo è un grande rammarico per me. L'avevo sentito tre giorni fa perché avevo saputo che non stava bene. Abbiamo mezzo secolo di amicizia, quando ho saputo la notizia ho pensato subito ad un macabro scherzo, purtroppo è tuto vero'. 'Più di un compagno, un amico, un fratello': Felice Pulici era il portiere della Lazio di Chinaglia. 'Fu lui il nostro trascinatore, non c'è dubbio. Giorgio voleva essere sempre il primo della classe e anche noi giocavamo per essere al suo livello. È così che abbiamo centrato un successo incredibile. Chinaglia è il simbolo della Lazio e come tale deve essere ricordato e celebrato. I peccati di generosità sono legati all'amore profondo che nutriva nei confronti del proprio club'.

Un legame indissolubile, il tricolore. Rafforzato dal ritorno di Long John alla Lazio in veste di presidente, anni '83-85: 'Ricordo quando tornò dall'esperienza nel Cosmos e andò a fare il presidente - ancora Pulici - Lì per me fu una scoperta, perché mi volle al suo fianco in qualità di direttore generale'. Giancarlo Oddi era uno dei più grandi amici di Chinaglia e uno dei grandi protagonisti dello scudetto: 'Ci sentivamo tutte le settimane, era molto rammaricato di non poter tornare in Italia per discolparsi, aveva capito che aveva sbagliato. Se l'ha fatto è solo per amore della Lazio e non per i soldi, come qualcuno diceva. Per me era come un fratello'. Anche Lionello Manfredonia, ex di Lazio e Roma, è rimasto sorpreso: 'Prima abbiamo giocato insieme, poi stato il mio presidente, infine ha fatto anche il padrino al mio primo figlio. È stato un grandissimo personaggio'.

E sugli errori che hanno portato Chinaglia all'esilio americano: 'Nessuno nasce perfetto - ancora Manfredonia -. Nella vita si può anche sbagliare, ma non sta a nessuno giudicare. I tifosi se lo ricordano come un grande condottiero. Sono allibito, l'importante è che Giorgio venga ricordato dalla gente come merita'. Giuseppe Papadopulo, ex allenatore della Lazio ed ex compagno di Chinaglia: 'Non ci volevo credere. Si sapeva che non stava bene. Sono molto triste, è una grave perdita, non ci dimentichiamo troppo presto di lui. Un ricordo? Un suo pallonetto a Rivera che suscitò la rabbia dei milanisti'.

(Corriere della Sera - Edizione Roma)

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