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Lazio:| Breno ti aspetta

Lazio:| Breno ti aspetta

Breno dietro le sbarre per cinque lunghi anni: l’esplosiva indiscrezione del tabloid monacense “Abendzeitung” è scoppiata dopo la quarta udienza del processo che vede imputato a Monaco di Baviera per incendio doloso il giovane difensore brasiliano, in uscita dal Bayern verso la Lazio, sperando nella clemenza dei giudici.  «Secondo le nostre informazioni - ha scritto il giornale -  Breno non riuscirà a cavarsela attraverso una condanna con la condizionale». E poi la mazzata dello stesso giornale: « A quanto pare, cinque anni di reclusione sarebbero il limite minimo di pena preso in considerazione dalla pubblica accusa e dalla dodicesima sezione penale del tribunale».

L’ATTESA- Insomma, neanche a metà del dibattimento programmato con dieci udienze fino alla sentenza attesa martedì 17 luglio, la sorte di Breno sarebbe stata già decisa, come se l’ulteriore fase processuale, con tanto di testimonianze e perizie fino all’arringa conclusiva della difesa, non avesse più alcun rilievo ai fini dell’accertamento dei fatti culminati nel rogo dell’abitazione del ragazzo di Cruzeiro nella notte dello scorso 19 settembre. Lo squillante annuncio dell’Abendzeitung ha impietrito Breno e fatto infuriare il suo avvocato Werner Leitner, tanto più che il giornale ha sferrato il colpo senza riferire la fonte delle sue informazioni. Il dubbio legittimo su una fuga di notizie dagli uffici giudiziari però non è durato a lungo. La procura monacense, attraverso il portavoce Thomas Steinkraus-Koch, è intervenuta con un comunicato per smentire decisamente:  «Simili intese non vi sono state».

L'articolo del giornale è stato definito “una sciocchezza” ( «schmarrn») dal portavoce. In altre parole, tra il pubblico ministero e la corte giudicante presieduta da una donna non esisterebbe alcun accordo preliminare sulla pena da infliggere a Breno. La faccenda comunque puzza di bruciato. Se, come si può ritenere, l’Abendzeitung non si è inventato di sana pianta il suo scoop e neppure è stato imbeccato da qualche toga, allora la “gola profonda” potrebbe avere giocato a favore della difesa, per prendere in contropiede i magistrati e scongiurare una mano pesante nei confronti del difensore brasiliano.

IL NODO - Il problema di Breno è che il pubblico ministero sostiene, nell’atto di accusa, che il giocatore, quando ha appiccato il fuoco, ha creato un serio pericolo per la vita dei suoi familiari, poiché non poteva sapere con certezza che all’interno dell'abitazione non vi fossero la moglie Renata, il figlioletto Pedro e i due bambini avuti dalla donna in una precedente relazione. Secondo il pm, ciò aggrava il suo comportamento delittuoso, per cui sarebbe possibile una condanna severa. Il codice prevede da uno a 15 anni di reclusione e la condizionale scatta sotto i due anni. Sta di fatto che intorno alle 23, dopo un litigio con Breno, Renata si era rifugiata con i bambini da amici temendo che il marito potesse farle del male con un coltello da cucina. Il marito, più giovane di lei, aveva bevuto parecchio vino e birra. Era disperato. Entrava e usciva di casa, girovagava in bicicletta nei dintorni distrutto dalla notizia che avrebbe dovuto sottoporsi alla terza operazione al ginocchio destro.

LA MOGLIE- Può darsi che, sotto l’effetto dell’alcol, Breno abbia pensato che Renata fosse ancora in casa, trincerata da qualche parte nella grande villa con piscina, sauna e foresteria per gli ospiti, affittata nel più elegante quartiere di Monaco: è questa un’ipotesi dell’accusa su cui si dibatterà in tribunale. Lui afferma di non ricordare più nulla. Domani, nella quinta udienza, è prevista la deposizione di Renata: un passaggio chiave per interpretare l’esito del processo, perché la moglie vive ancora con lui e dovrebbe alleggerire la posizione del difensore. La corte vuole ascoltare anche l'ex genoano Rafinha ora al Bayern, tra i primi ad accorrere sul posto nella tragica notte.


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