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  • Lazio:| Brutta, stanca e senza idee

    Lazio:| Brutta, stanca e senza idee

    Un altro ko, scatta l'allarme, non siamo ai processi ma poco ci manca perché davvero non si vede nulla di apprezzabile. Alla fine si presentano poco meno di diecimila anime biancocelesti: di sabato alla vigilia di Ferragosto non si può lamentare Lotito. Il volo di Olympia (perfetto e beneaugurante), lo struggente ricordo del «Tassinaro» (lo storico tifoso dalla curva Nord morto qualche settimana fa), poi i soliti cori contro il presidente per l'immobilismo sul mercato. Entrano i giocatori, chiamati ad uno ad uno dallo speaker e da Pino Insegno, sono gli stessi dell'anno scorso tranne Ederson (infortunato) e Candreva che però c'era nel finale di campionato. La verà novità è Petkovic, viso da condottiero, simpatia spontanea con la curva laziale. Parla il tecnico bosniaco in mezzo al campo: «Saluto i tifosi, faremo tutto per vincere». Poche parole che però devono trasformarsi in risultati quando si farà sul serio dal 23 di agosto nel playoff di Europa League. Poi gli altri, applausone per Klose, Hernanes, Ledesma, Candreva, Lulic e soprattutto Zarate a cui viene lasciato l'onore di entrare per ultimo. Proprio Maurito si prende l'abbraccio dei suoi tifosi che gli vogliono ancora bene per quanto ha saputo fare nel primo anno romano. Ma ci sono anche i fischi per Stankevicius, Garrido, Carrizo e Zauri, giocatori che il club spera di vendere entro la fine del mese. La Nord espone uno striscione che non merita commenti «Noi con la voce, voi col cuore, ai gufi marameo tutti giù dal colosseo». Si parte, con ritardo dieci minuti rispetto al previsto e la Lazio prova a mostrare qualche cambiamento rispetto al passato targato Reja. Ma del famoso pressing alto solo qualche timido abbozzo, qualche schema apprezzabile sull'asse Klose-Candreva e poco altro. Senza mai trovare il gol, questo sconosciuto con avversari di livello viste le sconfitte con Siena, Torino e Galatasaray con cinque reti incassate e nessuna segnata. L'inizio sembra confortante, ma al primo vero affondo gli spagnoli passano con la punizione di Pedro Leon (Marchetti in colpevole ritardo nel tentativo di respinta). Reazione impalpabile, Petkovic si sgola per vedere un tiro in porta. Lo accontenta Candreva con Moya pronto alla deviazione in angolo ma è troppo poco per un primo tempo dominato dalla stucchevole melina del Getafe che prende sul serio l'impegno. Tutti negli spogliatoi e la Lazio si prende la prima dose di fischi della stagione e parte anche il coro «resteremo in serie A». Nella ripresa cominciano i cambi: dentro Onazi e Mauri per gli inguardabili Cana ed Hernanes ma non cambia nulla. Qualcosa in più davanti, molti rischi in difesa dove Torres (mica il Ninho) sciupa un paio di nitide occasioni. Poche idee, tanta confusione e le gambe che girano al 50%, così si va avanti fino all'ingresso di Zarate che almeno sveglia un po' la squadra dal torpore. L'argentino fallisce il gol del pari ma è poca roba la Lazio sperando che sia solo calcio d'estate perché altrimenti c'è d'avere paura.

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