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  • Lazio, la classifica è un incubo
Lazio, la classifica è un incubo

Lazio, la classifica è un incubo

  • M. A.

In un momento così, con l’allenatore a un passo dall’addio, i giocatori a chiedersi cosa c’è che non va e i tifosi a pensare a chi è rimasto a Varsavia, cosa potranno aggiungere i numeri? Poco o niente - soiega la Gazzetta Sportiva nelle pagine romane - se non rendere ancor di più l’idea di quanto la Lazio sia una squadra malata. Bastassero quelli dell’attacco, ci si potrebbe consolare con il fatto che domenica Klose (che ieri ha svolto l’intero allenamento con i compagni, e sembra guarito) non potrà proprio tirarsi indietro, dando ossigeno a un reparto che segna con una media poco superiore a chi lotta per non retrocedere. Quelli, però, sono soltanto un lato della medaglia: l’altro, fa scattare pericolosi confronti con il recente passato, non certo quello glorioso del 26 maggio. Bisogna andare un po’ più indietro.

Dopo cinque giornate, non era tutto rose e fiori: la Lazio aveva perso due volte contro la Juventus (Supercoppa compresa), subendo otto reti, e pure il derby, ma le partite che doveva vincere le vinceva. C’era il fattore Olimpico: Udinese, Chievo e Catania k.o., nove punti in tre partite in casa, onestissima zona Europa League, Petkovic e i giocatori ancora con l’immunità della «coppa in faccia». Provate ad azzerare la classifica alla quinta giornata, e fatene partire un’altra dal 25 settembre: scoprirete uno scenario da incubo. Otto punti in dieci partite, gli stessi del Catania, peggio ha fatto solo il Livorno (5), che domenica nell’ipotesi peggiore può pareggiare i conti.

 

 

 

 

 

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