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  • Lazio, le pagelle di CM: Immobile mattatore, Murgia provvidenziale

    Lazio, le pagelle di CM: Immobile mattatore, Murgia provvidenziale

    • Luca Capriotti
    Juventus-Lazio 2-3

    Strakosha 7,5: Al primo squillo, letale, della Juventus, si fa trovare pronto. Pure al secondo, al terzo, e al quarto tentativo Juve nei 5 minuti iniziali. Solo per questi 5 minuti meriterebbe una statua a Formello: tiene in piedi una partita che sembra già messa male, in attesa dei tempi migliori (e dei gol di Immobile). Nel finale non perde la bussola, e porta a casa la Supercoppa. 

    Wallace 7: Ordinato, la Lazio si affida spesso a lui per costruire, quando le linee di passaggio sono chiuse. Partita quadrata, senza grossi patimenti, serra ogni possibile sbocco alla Juve, anche quando lo punta Douglas Costa.

    De Vrij 7,5: Al centro della difesa è pulito, elegante, Higuain è un po' imbolsito e non rappresenta quasi mai un problema. L'olandese lo annichilisce: nel forcing Juve del finale non perde la bussola, e la Lazio

    Radu 7: Nella difesa a 3 si trova a suo agio: picchia quando deve, tiene vicino a sé Cuadrado, non lo molla mai. La sua partita è da manuale della difesa a 3: aggressivo il giusto, mai fuori posizione, aiutato da una Juventus ancora estiva.

    Basta 6,5: Si trova strozzato tra Mandzukic e Alex Sandro sin dai primi minuti, la sua partita cresce d'intensità, avrebbe anche la palla del raddoppio, che Buffon gli nega. Poi esce, stremato.

    (Dal 74' Marusic 5: entra nel recupero e causa il rigore su Alex Sandro che regala il momentaneo pareggio alla Juventus. 20 minuti da dimenticare)

    Parolo 7: Lotta, corre, lotta, corre. Finisce come aveva terminato la scorsa stagione, in continua corsa. La partita prende la piega che preferisce: deve solo correre, tamponare, correre ancora, ed evitare che la Juventus rientri in partita. E gli riesce benissimo.

    Lucas Leiva 7: Mette alla prova i reni di Buffon, costringendolo alla paratona. La sua entrata su Cuadrado, che gli costa il giallo, è inglese, così come la sua partita, tenace, fisica, forte. Mezzo voto in più perché alla prima da titolare non toppa quasi niente.

    (Dall'80 Murgia 7,5: Sembra il cambio sbagliato: entra, e la Juventus pareggia con Dybala. Poi è lui a trovare il gol decisivo che regala alla Lazio la Supercoppa italiana).

    Milinkovic-Savic 7,5: Semplicemente sontuoso: lancio divino per Immobile, che si guadagna il rigore, poi di tacco sullo 0-1 per la Lazio serve a Basta un pallone di cristallo, che l'esterno spara su Buffon. La sua partita è maestosa, sbaglia pochissimo, è un automa.

    Lulic 7: Alla sua prima stagionale ufficiale da capitano della Lazio sventa un possibile contropiede sanguinoso di Cuadrado nel primo tempo. Si batte, urla spesso e volentieri in faccia all'arbitro. La sua Lazio è concentrata, tirata a lucido. Ed alza il primo trofeo stagionale, quasi una ricorrenza: proprio lui, l'uomo della storia, come lo chiamano i tifosi biancocelesti, consegna ad Inzaghi il primo trofeo.

    (Dal 74' Lukaku 7: sembra un cambio del tutto fuori luogo: la sua discesa e il suo assist al bacio per Murgia regala un sogno ad Inzaghi, e a tutta la Lazio)

    Luis Alberto 7,5: Dopo un pre-campionato da protagonista in cabina di regia, Inzaghi lo schiera sulla trequarti a tamponare le fonti di gioco bianconere.  Lampi di classe, si prende tutti i calci piazzati, sembra un giocatore rinato. Un altro grosso merito di Inzaghi, lo ha rivitalizzato del tutto.

    Immobile 8: A tu per tu con Buffon si fa stendere, e dal dischetto lo trafigge. Corre intorno ai difensori Juve in modo continuo, perpetuo, fastidioso. Tanto fastidioso, che raddoppia: in area è completamente solo, e quando si verifica questa particolare condizione, non fallisce.

    Inzaghi 8: Senza Keita e Felipe Anderson, con il potenziale tecnico praticamente dimezzato, mette in campo una Lazio entusiasta e attenta. Soffre nei primi 5' con tutta la squadra, poi l'urlo liberatorio, sulle note di Immobile e Murgia. Tutto il resto è poesia, anche la sofferenza finale, giusto pegno al suo primo trofeo da allenatore professionista. 

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