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  • Lazio, Marchetti:| Pochi sbagli e un solo cruccio

    Lazio, Marchetti:| Pochi sbagli e un solo cruccio

    • M.A.

    L'uomo che non sbaglia mai ha un cruccio (la Nazionale) e un orgoglio (la Lazio). Federico Marchetti fa così: para tutto. Nella vita gli è capito di respingere la tragedia di due amici persi in un incidente stradale - Andrea e Francy, nomi tatuati sul braccio del portiere - e pure di deviare in calcio d'angolo il mobbing di Cellino: volete che gli tolga il sonno la mancata convocazione di Prandelli? Però una domanda Marchetti se l'è fatta: perché? Perché tutti hanno una chance e io no? I numeri parlano per lui, sono il suo curriculum. E da agosto ha ricominciato da dove aveva finito: parando, difendendo.

    La Lazio, insieme con il Torino, è una delle due squadre ancora imbattute del campionato. Vero che Biava-Dias è una coppia centrale affidabile che neppure Petkovic sapeva così forte, vero pure che il 4-5-1 del tecnico di Sarajevo è modulo che non lascia molti spazi agli avversari. Ma che Marchetti sappia dove mettere le mani è un fatto assodato. Ormai va così da oltre un anno e la statistica è impressionante. In 33 partite di campionato con la maglia della Lazio (31 dello scorso torneo e le prime due dell'attuale) il portiere è stato giudicato insufficiente dalla Gazzetta solo in tre occasioni: alla seconda giornata di andata e in quella di ritorno di un anno fa - avversario sempre il Genoa, bestia nera? - e poi contro il Palermo alla 24a giornata.

    Per il resto, è sempre stato un valore aggiunto, non ha mai tolto nulla alla Lazio, anzi ha aggiunto punti e convinzione. Chiedere all'Atalanta, rispedita al mittente così, tanto per garantire serenità a Petkovic con una partenza in discesa. Oppure a Ilicic, nella vittoria più serena contro il Palermo all'Olimpico. Con lui la Lazio ha ritrovato un portiere affidabile, gli alti e bassi dell'uruguaiano Muslera delle ultime stagioni oggi sono solo un ricordo. Rimpianto no. Quello forse Marchetti ce l'ha legato al Mondiale 2010: avventura sfortunata, e il sospetto che stia ancora pagando oggi il conto di quel viaggio in Sudafrica. Il portiere sperava.

    Spera ancora, nell'azzurro. E una mezza promessa glie l'avevano pure fatta, prima dell'ultimo Europeo. Il portiere aveva ricevuto segnali di una convocazione nel posto Euro 2012: pensava di far parte del nuovo ciclo, in realtà non è stato così, nonostante il c.t. Prandelli di giocatori nel ruolo ne abbia convocati addirittura quattro per le gare con Bulgaria e Malta. Ora Marchetti ha tarato nuovamente l'obiettivo: appuntamento a ottobre, nuovo giro di convocazioni, nella speranza di continuare con una serie di voti che è pure un inno ai fantacalcisti di tutta Italia: compratemi.

    Intanto l'ha comprato la Lazio, estate 2011: 5,2 milioni in tre tranche e problema risolto. Adesso se lo gode Petkovic, che per lui non ha in programma turn over: Bizzarri si accontenterà degli spiccioli. In fondo difficile rinunciare a uno così. Uno che per vincere la sua scommessa disse no a Buffon, che lo avrebbe voluto alla Juventus. Ora per chiudere il cerchio gli manca la chiamata di Prandelli. Piange il telefono.

    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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