Il derby è nel destino di Federico Marchetti, c’è poco da fare. Roma, Milan, Juventus, Arsenal, ovunque avesse scelto di andare l’estate scorsa avrebbe dovuto affrontarne uno. Addirittura più di uno se alla fine avesse deciso di giocare a Londra. Ma la Lazio ha giocato d’anticipo, come sanno ormai un po’ tutti, lo ha rubato agli altri prelevandolo dal Cagliari a prezzo modico, lo ha iniziato alle stracittadine lo scorso 16 ottobre e ora lo considera uno dei pilastri su cui costruire un’altra vittoria sulla Roma e il futuro. Niente di meglio di una sfida al cardiopalma per un amante del genere thrilling, il fuori campo preferito dal portiere della Lazio. In campo, invece, Marchetti si occupa di dare tranquillità alla sua squadra, un contrappasso.

Per questo, come all’andata, Federico ha studiato a fondo i giallorossi: movimenti e conclusioni, schemi e calci d’angolo. E, soprattutto, Totti e i suoi rigori, esaminati in quantità sul suo pc. Tanto scrupolo perché solo il derby può restituire il sorriso a Marchetti dopo che il c.t. azzurro Cesare Prandelli, non convocandolo per la partita di mercoledì scorso contro gli Stati Uniti a Genova, gli ha fatto capire che per Euro 2012 dovrà mettersi il cuore in pace. La Lazio e Reja hanno cercato di tirarlo su, sono in cerca di sicurezze, soprattutto dietro dove la difesa è giocoforza rabberciata: per quanto riguarda il romeno Radu non ci sono grosse speranze di recupero, Konko invece sta un po’ meglio ma resta in dubbio. Schema obbligato (4-2-3-1), il tecnico non ha grosso margine di scelta: dentro Scaloni e Garrido, con Biava e Dias centrali.

(Corriere della Sera - Ed. romana)