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  • Lazio, Mauri vuole alzare la Supercoppa
Lazio, Mauri vuole alzare la Supercoppa

Lazio, Mauri vuole alzare la Supercoppa

  • M. A.

«Ho sempre rispettato le regole dello sport, non sono mai andato oltre. Per questo sono sereno e tranquillo: voglio alzare la Supercoppa e lo farò». Stefano Mauri è sicuro. Dal rinvio a giudizio firmato dal procuratore Stefano Palazzi sono passati solo quattro giorni, al processo ne mancano una decina, ma il capitano della Lazio è sereno, fermamente convinto di poter dimostrare la propria innocenza.
Le accuse della Procura federale sono molto pesanti – Palazzi è sicuro del coinvolgimento di Mauri nelle presunte combine delle gare Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4, ultime due giornate del campionato di serie A 2010/11 – ma non scalfiscono affatto il capitano biancoceleste, almeno all’apparenza. «So bene come sono andate le cose – ha spiegato Mauri, chiamato a rispondere davanti ai giudici sportivi per i contatti telefonici diretti e continui con l’amico ed ex calciatore Alessandro Zamperini, indagato per i presunti rapporti diretti con Gervasoni e la banda degli “zingari” – io sono un professionista e ho sempre fatto ciò che andava fatto senza mai andare oltre: il processo mi darà ragione».

Mauri ne è convinto - come spiega Il Tempo - il presidente Claudio Lotito altrettanto. «Non stiamo facendo salti di gioia – ha spiegato il numero uno della società biancoceleste – anche perché il club subisce inopinatamente un deferimento per fatti che non sono imputabili alla società. I giocatori hanno una doppia vita, lavorativa e privata: le cose fatte fuori dal campo non possono essere attribuite al club, la responsabilità oggettiva deve essere rivista. In ogni caso Mauri sarà in grado di dimostrare la propria innocenza nelle sedi opportune».
Il capitano biancoceleste – sostenuto a gran voce dai tifosi nel ritiro di Auronzo – è concentrato esclusivamente sulla preparazione fisica. Il primo grado del procedimento sportivo davanti alla Commissione disciplinare nazionale non si aprirà prima del 24 luglio, la sentenza (già esecutiva in caso di condanna) arriverà entro il 10 agosto, in ogni caso prima dell’attesa finale della Supercoppa italiana, la sfida con la Juventus in programma domenica 18 agosto allo stadio Olimpico.
Mauri vuole esserci, anzi ne è sicuro. Perché dopo aver alzato la Coppa Italia, vuole fare altrettanto con la Supercoppa, primo obiettivo stagionale della nuova Lazio. «L’anno scorso, per oltre metà campionato, abbiamo dimostrato di essere alla pari con le altre grandi squadre, Juventus esclusa – ha osservato il capitano biancoceleste – Quest’anno ci siamo rafforzati e vogliamo fare il definitivo salto di qualità: dobbiamo chiudere nei primi tre posti».
Un obiettivo importante – la qualificazione in Champions – sfiorato dalla Lazio nelle ultime tre stagioni e mai raggiunto. Ma ora, secondo Mauri, è diverso: «La società ha fatto un buonissimo lavoro sul mercato – ha riconosciuto il capitano biancoceleste – ha acquistato giocatori importanti nei reparti in cui servivano rinforzi. Cosa penso del nuovo centrocampo? Mi sembra davvero buono, siamo completi: abbiamo chi costruisce il gioco, chi recupera palloni e chi finalizza. Vedremo se arriveranno altri innesti, più siamo e meglio è, ma i nuovi si sono subito inseriti nella squadra e abbiamo tanti giovani interessanti. Hernanes? È un giocatore importante per la Lazio, l’ha dimostrato negli anni. Spero rimanga con noi: con i nuovi arrivati può farci fare il salto di qualità».
I tifosi, accorsi in massa nel ritiro di Auronzo di Cadore per seguire la Lazio, possono dunque sognare. «Siamo contenti per il sostegno – ha dichiarato Mauri – c’è grande entusiasmo per come si è conclusa la scorsa stagione. La coppa conquistata ci rende molto orgogliosi, ma ora dovremo essere bravi a voltare pagina: dobbiamo lavorare, faticare e stringere i denti per preparare bene la Supercoppa italiana, un obiettivo importante per la squadra e la società». Per Mauri, invece, la prima sfida stagionale si terrà in tribunale: per continuare a sognare non sono ammesse sconfitte. (Daniele Palizzotto)

 


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