Si è ripreso la Lazio dopo aver trascorso buona parte della scorsa stagione in panchina. L’ostracismo tecnico-tattico di Ballardini, poi, ha lasciato spazio alla guida sicura di Edy Reja, con il quale si è rilanciato, ritrovando una collocazione di primo piano nell’organico biancoceleste. All’alba della sua settima stagione nella Capitale, capitan Tommaso Rocchi è tornato a trainare il gruppo in cerca di un riscatto obbligato: “C’è stato un momento dove non c’era molta chiarezza, poi le cose si sono rimesse a posto, ma non solo nel giocare o nel giocare – ha esordito l’attaccante veneto in conferenza stampa - . Penso che ognuno abbia dei ruoli che vanno rispettati, poi è il campo ad essere l’unico giudice. E’ stato bravo Reja ad impostare una situazione in un certo modo. E’ stato chiaro, ci ha fatto capire la gravità della situazione, ci ha chiesto chiaramente di remare tutti dalla stessa parte, ci ha fatto capire che avrebbe giocato solo chi avrebbe meritato. Questo è stato fondamentale, perché tutti quanti ci siamo rimessi in discussione. Lo scorso anno troppe cose non sono andate nel modo migliore, il finale di stagione ci ha portato a lavorare meglio, con maggiore serenità e determinazione. Se le cose si fanno nel migliore dei modi, sia da parte della società che della squadra, alla fine il lavoro paga. Quest’anno – continua Rocchi - , Abbiamo iniziato con una grande voglia di allenarci e di fare le cose al meglio. La società cercherà di fare le cose migliori per far tornare la Lazio nelle posizioni che merita, mentre noi cercheremo di dare il massimo sul campo e raccogliere i risultati migliori”.

Voltare pagina, è questo il diktat sul quale non si può transigere: “Negli anni precedenti i problemi alla fine non si risolvevano, invece quest’anno abbiamo avuto la dimostrazione che le cose potevano andare a posto. Non ci sono stati alti e bassi durante la stagione, ma abbiamo finito l’annata cercando di risolvere i problemi che c’erano, per poi ripartire con le idee chiare. La volontà e la base ci sono, per questo posso dire che ci sono più garanzie”.

Della volontà di riscatto e di molto altro ne ha parlato lungamente con il presidente Lotito: ““Sono contento di chiarire un po’ perché dopo la chiacchierata ne ho sentite tante.Da capitano abbiamo parlato di tutto, dalle cose del campo, all’esterno. Una visione generale che è durata parecchio però non è mai venuto fuori il mio nome per il mercato. Non si è mai parlanto di cessioni. Ho letto che io ho litigato, ma non è cosi.Parlando a nome della squadra, ho parlato per il bene della Lazio.”

A proposito di garanzie, una sulla quale il capitano è pronto a scommettere è quella tecnica di Reja: “I ruoli sono importanti, dentro e fuori dal campo. L’allenatore ha un ruolo molto importante, perché è quello che segue più di tutto l’evolversi delle giornate e del lavoro. Penso abbia la voglia, la determinazione e l’esperienza per farlo”

Mentre il gruppo agli ordini del goriziano suda e cresce in ritiro, sul fronte mercato la società sta cercando di puntellare l’organico con acquisti che possano permettere un salto di qualità: “Penso che la società voglia fare il meglio. Penso che qualche altro acquisto lo farà, perché è intenzione loro rendere la squadra ancor più competitiva. Poi starà a noi sul campo dimostrare il nostro valore”

Chi è alle porte di Formello è lo spagnolo Javier Garrido, erede scelto del partente Kolarov: “E’ una cessione importante, lui è un giovane molto forte con grandi margini di miglioramento, però è stata l’unica vera uscita di rilievo. Adesso so che la società si è mossa, non so se abbia definito l’acquisto del sostituto. Anche lui (Garrido appunto, ndr) è un buon giocatore che sicuramente ci darà una mano. Poi sarà sempre il campo ha dire il valore dei giocatori. Penso sia un acquisto importante”.

Ieri è stato sorteggiato il nuovo calendario di Serie A. Partenza in salita per la Lazio che dovrà vedersela con Sampdoria, Bologna, Fiorentina e Milan nelle prima quattro giornate: “E’ subito un calendario insidioso, ma io sono sempre stato dell’idea che tanto si devono affrontare tutte le squadre. Credo che anche per gli altri sarà difficile iniziare contro di noi”

Per quanto riguarda il campo, la certezza di chiama 3-5-2: “In questo momento le garanzie sono arrivate con il modulo utilizzato negli ultimi mesi. Penso che questo sia l’assetto di base con il quale partire. Il 4-3-3 penso sia una valida alternativa per le caratteristiche dei calciatori”

Dalle certezze alle speranze in erba. Da Cavanda a Perpetuini, passando per Kozak e Barreto: “Sono giovani promettenti. Si sono allenati bene e si sono ambientati subito, nonostante avessero giocato poco con la prima squadra. Adesso verranno fatte delle valutazioni circa il loro futuro, ma per una società avere calciatori giovani e bravi che fanno parte della squadra è importante anche per risaltare il lavoro del settore giovanile”.

I toni si fanno molto più preoccupati, quando si affronta l’argomento tifosi. Dai primi dati sulla vendita degli abbonamenti emerge il forte il rischio di assistere ad Olimpico destinato a pochi intimi: “E’ una cosa che mi dispiace molto, ci sono rimasto male quando ho saputo di questi problemi. Il tifoso sempre serve alla squadra, è anche giusto che non sia contento quando le cose non vanno bene. Non riesco ad immaginare uno stadio senza tifoseria, spero non sia vero. Il mio augurio è che si riesca a creare un armonia ed un amore che vada oltre le problematiche, perchè avere l’incitamento e la contestazione dei tifosi è fondamentale. Anche nei momenti negativi, le loro critiche ti fanno capire che le cose non vanno bene. Mi auguro che lo stadio sia pieno anche per un loro riscatto dopo la brutta annata scorsa”

L’ultima battuta sulle gerarchie della prossima stagione: “Inter, Milan, Juventus e Roma. Penso siano le squadre più forti, poi ci sono le altre, Fiorentina, Genoa, Sampdoria, Napoli e noi. In sei ci giocheremo tre posti”.