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  • Lazio:| Tra ombre e luci

    Lazio:| Tra ombre e luci

     

    Ci vuole pazienza, c’è da attendere, è il ritornello in casa Lazio. Il pari contro lo Slavia Praga e la sconfitta contro l’Osasuna non preoccupano Reja, i carichi di lavoro sono pesanti. Ma i segnali dell’ultimo test vanno raccolti, la Lazio ha giocato poco e male, deve migliorare nella manovra e in particolare in alcuni reparti. Certo, c’è ancora tempo e Reja conta di arrivare al 70-80% della forma tra venti giorni, per l’Europa League (18 e 25 agosto). Ma prima di tutto l’allenatore deve convincersi sul modulo da utilizzare: a caldo giovedì ha promosso il 4-2-3-1 tradizionale impostato con le cosiddette seconde linee anziché il 4-3-1-2. In generale ecco alcune valutazioni partendo dalla difesa: non si può puntare solo su Dias e Biava, si attendono risposte da Konko, Lulic e Stankevicius (per ora bloccati da alcuni problemi fisici), per via dell’assenza le fasce ne stanno risentendo, contro gli spagnoli non hanno garantito appoggio. Centrocampo: Cana è un equivoco per via del ruolo, è stato acquistato come mezzala, viene utilizzato come regista e si trova chiuso da Ledesma e Matuzalem; Hernanes non può restare fuori dalla manovra il che spinge Mauri ad accentrarsi troppo (Reja vuole un lavoro diverso). L’attacco: Klose e Cissè vanno sfruttati al massimo, senza palloni giocabili corrono il rischio di restare anonimi e vanno chiarite le posizioni di Floccari, Zarate e Rocchi. La Lazio domani concluderà il secondo ritiro, giocherà due amichevoli, una a Fiuggi contro la Reggina e una in Spagna contro il Villarreal (il gruppo sarà diviso). Da mercoledì 3 agosto tutti a Formello, la ripresa è stata fissata nel pomeriggio, chi non rientrerà nel progetto lavorerà su un secondo campo. 

    DIFESA, COSA VA - La difesa, il reparto che l’anno scorso ha retto meglio e sul quale Reja ha costruito impianto tattico e stagione. I movimenti non sono stati dimenticati seppure la squadra nelle ultime due uscite contro Slavia Praga e Osasuna ha preso quattro reti (tre dai cechi, uno dagli spagnoli): a parte qualche errore individuale ha difettato la fase difensiva (gli altri reparti hanno collaborato poco). Ma il feeling tra Dias e Biava c’è sempre e il rinnovo di Radu rappresenta continuità rispetto al passato, il romeno è una certezza sulla fascia sinistra. Si tratta di tre giocatori esperti e affiatati. Nell’amichevole contro l’Osasuna nel primo tempo hanno giocato Zauri e Garrido, nel secondo Scaloni e Radu: la spinta sulle fasce è mancata e gli spagnoli hanno affondato spesso. Radu è un big a sinistra, è stato acquistato Lulic ma Reja lo considera esterno alto e non terzino, in questo ruolo vuole indirizzarlo. A Konko spetta il compito di integrarsi. Reja può lavorare su un impianto collaudato e la formula a “4” rappresenta un punto cardine del progetto, sono questi i lati positivi legati alla retroguardia. 

    COSA NON VA -  Dias (32 anni) e Biava (34) hanno una stagione in più sulle spalle, ma sono integri e hanno fame di vittorie. Rispetto alla scorsa stagione sono cambiati due interpreti considerando il portiere: Marchetti e l’esterno destro Konko, hanno preso i posti di Muslera e Lichtsteiner. Il reale valore dei giocatori è da certificare sul campo. Ma preoccupano pure le alternative perché a destra c’è il solo Scaloni considerando Cavanda in uscita (si allena nel gruppo “esuberi”). Ci sarebbe Stankevicius, ma è stato acquistato come centrale, può rivelarsi un buon rincalzo, ma prima deve convincere gli scettici. A sinistra non basta Radu e Lulic non ha ancora strappato la fiducia del tecnico: il bosniaco si è fermato per un’infiammazione agli adduttori, da ieri è tornato lentamente in gruppo. E’ il vice Radu perché Garrido e Zauri sono destinati a partire. 

    CENTROCAMPO, COSA VA - Matuzalem e Ledesma sono i registi titolari, a loro s’è affiancato Cana per caso (doveva essere la mezzala destra, Reja lo vede centrale). Matuzalem e Ledesma, insieme a Brocchi, sono le note positive del centrocampo. Contro l’Osasuna i primi due hanno giocato un tempo a testa, è partito Ledesma e Matuzalem è subentrato nella ripresa, è stato il fulcro del modulo a rombo. Cristian ha dominato la scena, ha illuminato il gioco, era affiancato da Cana che è ancora fuori dai meccanismi. Matuzalem ha proseguito la missione: s’è piantato in cabina di regia, ha smistato palloni, ha regalato giocate d’alta scuola e un paio di volte è riuscito ad innescare gli attaccanti. Brocchi è il solito soldatino, nel 4-3-1-2 il tecnico, quando una delle punte viene incontro, vuole che lui e Mauri lavorino in verticale, nell’ultimo test solo Brocchi si allargava a destra, Mauri si accentrava troppo. Ledesma e Matuzalem sono i più vicini alla forma, soffrono per i carichi di lavoro, ma in campo regalano certezze. Il brasiliano e l’argentino si alternano nel 4-3-1-2 e nel 4-2-3-1, sono i punti di riferimento della mediana e difficilmente perderanno il posto. 

    COSA NON VA - Reja è stato chiaro dopo l’Osasuna: «Non c’è stato movimento senza palla» . Ecco cosa non va a centrocampo e contro gli spagnoli si è visto. Hernanes vagava a vuoto, i palloni che riceveva non riusciva a scaricarli a Klose e Cissè. La squadra non ha messo in atto i meccanismi provati in allenamento, il tecnico sperava di esaminarli. Il lavoro di Ledesma e Matuzalem è stato sprecato, sono mancati i colpi di Mauri e del Profeta: «Si accentravano troppo» , è stata la critica mossa da Reja. Nel 4-2-3-1, che è sembrato il modulo più collaudato essendo stato utilizzato l’anno scorso, il pallone arrivava sulla trequarti ma non veniva sfruttato a dovere, spesso si utilizzavano i lanci a tagliare il campo e si è tirato poco. Nel 4-3-1-2 inventava Matuzalem e spingeva solo Brocchi, giocava in verticale. Con Mauri ed Hernanes anonimi, la manovra è stata lenta e prevedibile, c’è di più: i terzini non aiutavano e gli attaccanti sono stati costretti ad affidarsi spesso a giocate individuali o a dialogare tra di loro. Nel rombo Hernanes è fondamentale, non si può prescindere dalla sua luce e quando non riesce ad imporsi ne risente tutto l’impianto tattico. 

    ATTACCO, COSA VA - Klose e Cissè davanti a tutti, devono affinare l’intesa, ma sono le bocche di fuoco di Reja. I due bomber si sono distinti per intraprendenza. Hanno creato le maggiori difficoltà, si sono proposti costantemente, non hanno dato punti di riferimento, hanno tirato in porta, avrebbero meritato giustizia davanti al portiere. Klose e Cissè sono un grande potenziale, sarà bene sfruttarlo, aspettano di essere messi nelle migliori condizioni per colpire. Due giorni fa gli è mancato l’apporto di un rifinitore come Hernanes e neppure dalle fasce sono stati assistiti a dovere. 

    COSA NON VA - Due centravanti di razza, sono a abituati a giocare faccia alla porta. Il francese vorrebbe agire più avanzato, ma ha dato la sua disponibilità al “sacrificio”: rispetto al panzer può essere utilizzato come seconda punta ed è più portato a proiettarsi sulla fascia destra per aprire spazi e far spiovere palloni in area (è quello che chiede Reja nel 4-2-3-1 e anche nel 4-3-1-2). Klose-Cissè è la coppia titolare sulla carta, per farla rendere vanno studiati meccanismi precisi e deve essere supportata al meglio, altrimenti quei due rischiano di pestarsi i piedi. Il problema è legato al resto del reparto, alle gerarchie da mettere a punto, chi sono i prescelti? Floccari è sul mercato, Zarate è un rebus, Kozak è ai margini per via del sovraffollamento, Rocchi è confermato ma a Fiuggi si sta allenando nel gruppo “esuberi”. 

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