Non è una squadra da serie B, non ci sono il presidente peggiore al mondo e il direttore sportivo più scarso della serie A. Il risveglio dei lazialunti (i tifosi laziali presunti), i criticoni a prescindere, è stato terribile dopo un'estate passata a pontificare su disastri cosmici che si stavano per abbattere sulla squadra. Intendiamoci, la Lazio è solo una buona squadra, non un gruppo di fenomeni che lotterà per lo scudetto, però come sempre accade nell'ambiente romano non esistono le vie di mezzo. La società commette errori come quello di non avere uno sponsor da quattro anni, oppure di sbagliare alcune scelte sul mercato, però si lavora per migliorare una struttura da promuovere visti i risultati degli ultimi due anni. La vittoria con l'Atalanta, sul campo di Bergamo dove per tradizione non è mai stato facile uscire con i tre punti in tasca, conferma la bontà di un organico che ha sfiorato la qualificazione in Champions League per due stagioni.

Ieri è stato il giorno del francese Ciani, buon rinforzo, giocatore di esperienza e ancora relativamente giovane, ma sono in arrivo altre novità soprattutto se si riuscirà a piazzare qualche calciatore in esubero. Perché in attacco stanno per concretizzarsi partenze eccellenti e potrebbe arrivare anche Abdellaoune. Ora, non siamo al quartetto promesso da Lotito (altro errore, quella dichiarazione affrettata) a inizio mercato perché mancano Breno e Balzaretti, però perlomeno si riuscirebbe ad avere un poker di rinforzi più che dignitosi avendo mantenuto in rosa tutti i migliori. Ederson, Candreva (l'anno scorso è stato a disposizione solo negli ultimi tre mesi), Ciani e il centravanti norvegese: così il presidente può salvare il mercato. 

(Il Tempo)