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  • Lazio:| Un punto prezioso

    Lazio:| Un punto prezioso

    • M.A.

    Il pareggio di Genova consente alla Lazio di restare al secondo posto, anche se perde contatto con la capolista Milan. Tant'è, si poteva vincere ma nel finale c'è voluto un grande Muslera per portare a casa il pari. Di certo resta l'immagine di una Lazio perfetta per un'ora poi sovrastata dal punto di vista fisico da un avversario molto motivato da Ballardini. Aver visto l'attuale tecnico genoano urlare come un forsennato dalla panchina, dettare gli schemi, dare consigli ai suoi giocatori ha sorpreso tutti quelli che hanno assistito alle partite della Lazio della passata stagione. Era una sfinge Ballardini, sempre silenzioso durante i novanta minuti, lasciava a Carlo Regno l'obbligo di dare indicazioni. Chissà che sarà successo, ma vederlo avere dei sussulti di vita e prendere a pugni la sua panchina dopo un gol fallito da Toni, avrà fatto sorridere anche il presidente Lotito.

    A parte il Ballardini indemoniato, la sfida di Marassi lascia la certezza che la Lazio c'è. Avrà qualche limite fisico, o meglio quando le altre squadra la buttano sulla forza dei muscoli i biancocelesti vanno in apnea. Però aver saputo soffrire nell'ultima mezz'ora riuscendo a centrare l'obiettivo è comunque un bel segnale. Come è tornata la difesa titolare, Muslera è rimasto imbattutto anche grazie alle sue parate, benino il centrocampo dove Ledesma ha tenuto in mano la gara per larghi tratti mentre Brocchi ha corso un po' troppo a vuoto. Davanti, la giornata non straordinaria di Hernanes, Mauri e Floccari ha limitato il potenziale offensivo affidato solo agli spunti di Zarate. Come nella ripresa si è spento l'argentino, la Lazio è andata in sofferenza non riuscendo più a produrre azioni offensive pericolose. Ora ci sono due partite in casa contro Lecce e Sampdoria per migliorare la classifica e restare attaccati al treno delle prime. L'unica nota stonata della giornata è l'infortunio di Matuzalem: speriamo non sia nulla di grave ma, visti i precedenti, Reja fa gli scongiuri.

    (Il Tempo)

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