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  • Lazio, una vittoria per l'autostima

    Lazio, una vittoria per l'autostima

    • M. A.

    Rischia di contare solo per le statistiche la vittoria a San Siro. Dopo i tre punti conquistati a fatica contro un’Inter orgogliosa, Petkovic scopre di essere ancora dietro all’Udinese che, se non commetterà errori negli ultimi 180 minuti, befferà la Lazio eliminandola dalle coppe europee, aspettando il derby di Coppa.

    Alla vigilia il tecnico biancoceleste si era lasciato andare a una previsione ottimistica dando per scontato il mancato successo a Palermo dei friulani: 'Se vinciamo con l’Inter, al 90% siamo in Europa'. Si era dimenticato dell’Udinese di Guidolin che per la terza volta mette insieme un finale di campionato straordinario e resta sola al quinto posto con 60 punti. E così, dando per scontate le due vittorie biancocelesti contro Samp e Cagliari bisogna sperare proprio nell’Inter che in questo stadio riceverà l’Udinese il 19 maggio. A una settimana dal derby che rischia di essere decisivo per entrambe le squadra della Capitale fuori dalle coppe per il risultato del campionato. Solo una ce la farà, solo una tra Roma e Lazio potrà giocare in Europa a meno che l’Atalanta non faccia risultato a Udine oppure i friulani non riescano a battere (sarebbe un’impresa alla Tafazi) la peggiore Inter degli ultimi vent’anni. Una squadra distrutta dagli infortuni e senza identità ma proprio su questo è costretto a puntare Petkovic.
    Resta la soddisfazione per aver sfatato un tabù che resisteva dal 18 ottobre del 1998, battere l’Inter a casa sua e il tecnico bosniaco si prende almeno questo merito: 'Siamo felici per la vittoria. Dovevamo dare continuità di risultati, si vede che squadra sta un po’ meglio. Hanno giocato bene ma ringraziamo Marchetti che ci ha salvato. Perlomeno stavolta stati cinici e abbiamo colpito nei momenti giusti. Con questi risultati positivi cresce l’autostima per il derby di Coppa Italia'.
    Poi prende la calcolatrice in mano e prova a vedere positivo: 'Sono ottimista, è vero che l’Udinese è arbitra del proprio destino ma nel campionato italiano non esistono partite facili. Contro Atalanta e Inter dovranno faticare e poi penso che noi dovremmo soprattutto di pensare a fare sei punti nelle nostre gare senza avere rimpianti per il latte versato e i tanti punti persi in precedenza'. Si prende il trionfo di San Siro e torna a Roma comunque soddisfatto perché la sua Lazio sta tornando seppure con tanti problemi: 'Stavolta non avevo chiesto ai mie ragazzi la vittoria, volevo rivedere lo stesso comportamento come in casa dove abbiamo fatto tanti punti. Stavolta siamo entrati con più orgoglio, con più voglia, la vittoria serve eccome a prescindere dal piazzamento finale'.
    Inutile domandargli se preferisce arrivare in Europa attraverso il campionato o la coppa. Risposta scontata: 'Il derby con la Roma vale tutto e ti dà la possibilità di entrare in campo solo a settembre nella fase a gironi, quindi è ovvio che preferirei vincere un trofeo'. L’ultima è dedicata a Tommaso Rocchi che ha cercato il gol come un indemoniato fino all’ultimo secondo della partita (nel recupero Marchetti lo ha privato della gioia del gol che come aveva detto alla vigilia avrebbe festeggiato nonostante il passato biancoceleste). Petkovic non fa polemica: 'È un grande giocatore, con cento gol non c’è nulla da dire, è stato fermato dal suo amico Marchetti, penso che proseguirà qui all’Inter'.
    Come a dire che il suo futuro non è alla Lazio anche se se resta aperta l’ipotesi che possa un giorno ritagliarsi un ruolo in società. Petkovic sorride e se ne va. È convinto di aver ritrovato la sua squadra migliore, è sicuro di arrivare il 26 maggio in forma per giocarsi la madre di tutte le partite, una roulette russa in cui solo una squadra festeggerà mentre per l’altra sarà una stagione fallimentare e fuori dall’Europa. A meno che l’Udinese non commetta un passo falso e che le potrebbe essere fatale per conquistare l’ambito quinto posto in classifica.
     
    (Il Tempo)
     

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