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  • Tobal Balde Diao: 'Lazio, ti racconto mio fratello Keita'

    Tobal Balde Diao: 'Lazio, ti racconto mio fratello Keita'

    • M. A.

    A 10 anni calcava il Camp Nou, che fenomeno. Era un bimbo d’oro, Keita: palleggiava con Eto’o e ammirava da vicino Ronaldinho, Deco e Xavi. Non aveva paura, li guardava per ore intere, cercava di rubare con gli occhi, era nel pieno dell’infanzia. A 15 anni - come riporta Il tempo - disse no al rientro al Barcellona (fu mandato in prestito al Cornelia per uno scherzo di troppo ad un compagno di squadra), non diede importanza alla sirene del Real Madrid, preferì guardare altrove. Verso l’Italia, Roma in particolare (lo volevano anche a Torino e Milano).

    Keita Balde Diao è la nuova stella della Lazio, finalmente un volto giovane, fresco e cattivo al punto giusto. Classe 1995, a Parma ha realizzato il primo gol in serie A (a soli 18 anni). L’ex Barça è legatissimo alla Spagna, la considera la sua dimora, ma per non sentirsi solo ha convinto suo fratello Tobal (22 anni, il maggiore dei quattro) a trasferirsi a Formello. Il trasloco c’è stato pochi giorni fa, vivranno insieme per un po’ di tempo, si aiuteranno a vicenda. Tobal Balde Diao intanto ci aiuta a conoscere meglio Keita, predestinato biancoceleste.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Tobal, che rapporto ha con suo fratello?

     

     

     

     

    «Ottimo, siamo molto uniti e ci vogliamo bene. Keita è un ragazzo speciale, si fa in quattro per tutti e soprattutto per la famiglia. Non potrei desiderare nulla di meglio».

    Il calcio e il Barcellona. A quale età avete iniziato con il pallone?

    «Presto. Io a tre anni, Keita forse anche prima. Giocavamo con i nostri amici tutto il giorno: per strada, al campetto vicino scuola, era il nostro divertimento preferito. Tornavamo a casa molto tardi, stanchi ma felici, ho dei ricordi bellissimi».

    E il Barcellona?
    «Del Barcellona siamo sempre stati tifosi. Keita è stato per qualche anno con loro, è cresciuto e maturato tanto, ha imparato la tecnica di base. Ora nella cantera c’è nostro fratello più piccolo, Mamadou junior(classe ’91)».

    Ricorda quel giorno con Eto’o? Per Keita che emozione è stata?

    «Grandissima, ricordo tutto. La sera prima non stava nella pelle, poi andò tutto benissimo. I giocatori della prima squadra furono chiamati per questo servizio televisivo, ma Eto’o rimase davvero senza parole nel veder palleggiare mio fratello. È sempre stato un piccolo fenomeno».

    Poi la Lazio, la Primavera e il primo gol in serie A?
    «Eh già, speriamo che sia il primo di una lunga serie. Keita è innamorato della Lazio, è felice e soddisfatto del lavoro che sta facendo. Si allena sempre con grande impegno e non vede l’ora di migliorare».

    A casa come hanno vissuto Parma-Lazio?

    «Con grande orgoglio, mio padre e mia madre sono contenti dell’esperienza che sta vivendo, al momento del gol sono esplosi di gioia».

    Si parla di Keita come un predestinato. A quale stella del calcio lo paragona?

     

     

    «Lui ha sempre stimato e seguito con attenzione Ribery, Cristiano Ronaldo e Ronaldo. Un bel mix di questi tre non sarebbe male».


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