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  • Laziomania: e vissero tutti i Mendes e i Lotito contenti

    Laziomania: e vissero tutti i Mendes e i Lotito contenti

    • Luca Capriotti
    E con Mendes vissero tutti felici e contenti. Calciomercato 2017 archiviato per la Lazio: cessioni necessarie e acquisti 'di sponda', che rimbalzano come palline di flipper, obbligati per supplire alle lacune tecniche creata da sanguinose trattative per il rinnovo mai andate in porto. Il calciomercato Lazio ha un re indiscusso, un principe azzurro dal sorriso di ghiaccio: Jorge Mendes. Il super-agente di Cristiano Ronaldo e Mourinho è entrato prepotentemente sulla scena a 3 giorni dalla fine del mercato. Ma andiamo con ordine. Primo colpo Marusic: corsa, qualità, svolge tutto il ritiro con la Lazio e conquista tutti. Con Luis Alberto, un acquisto di fatto, l'ennesima invenzione positiva di Inzaghi. Ma la Lazio aveva già ceduto Biglia in scadenza 2018 al Milan, dopo una forte offensiva rossonera (doveva rinnovare, ha scelto Fassone e Mirabelli), sostituendolo con Lucas Leiva, diverso per caratteristiche ma con esperienza internazionale e carisma. Out Cataldi, dentro Di Gennaro, altro rimbalzo da flipper piazzato. Con la speranza di cedere Djordjevic Tare ha architettato il colpo Caicedo, acquistando e cedendo in maniera spregiudicata (un'aria garibaldina ha attraversato tutto il mercato, fino al finale con il botto) Ameth Lo (ha lasciato poche briciole, come Pollicino), per liberare un posto da extracomunitario. Niente Azmoun, altro colpo esotico, l'Aladin iraniano, ma ne risentiremo parlare. Una bella infornata di giovani per la Primavera di Bonatti, con la rosa un po' corta, e poi all'improvviso arriva Mendes. Arriva Mendes perché l'operazione più complicata, la cessione di Keita, sembra sempre più difficoltosa, con giocatore e agente e società impegnati in una sanguinosa Alamo senza vincitori né vinti, ma molti tweet a terra, fumanti. A 3 giorni dal gong finale, con la Juve gongolante per il futuro acquisto a 0, irrompe sulla scena il 'mr Wolf' del mercato biancoceleste, quel Mendes che già aveva portato Helder Postiga (aia), Wallace (meglio), noto per talento e spavalderia estrema (oltre che per l'ammontare di processi e la crescente attenzione dei magistrati nei suoi confronti, ma il potere ha i suoi costi di gestione, direbbe il Lupo cattivo). Mendes è il vero 'deus ex machina' del mercato, ci scuserà Igli Tare: parla con Lotito, gli porta in dote 30 milioni + 2 e lascia Keita a Montecarlo, destinazione Monaco, felice come un bimbo affamato che trova la sua casetta di marzapane. Tutti felici, come si narra finiscano le favole architettate dal super agente Mendes, oltre i confini, gli steccati, perfino oltre ogni ragionevole dubbio, e avversario. Collegamento diretto con l'alta finanza, a volte le sue trattative tra squadre che controlla e procuratori che ha piazzato lui sono meraviglie architettoniche di plusvalenze favolose: stavolta fa un grosso regalo a Lotito, e passa alla cassa subito dopo. La Lazio acquista 2 giovanissimi del Braga (club che 'sembrerebbe' vicinissimo a Mendes, come rivela il nostro Pippo Russo), Pedro Neto (di cui si parla un gran bene), e Bruno Jordao (di cui si fa fatica a trovare un video su YouTube, ma fa sorridere per l'assonanza di un altro famoso Bruno biancoceleste, rivisitato in salsa lusitana). Non solo: Mendes porta a Roma uno dei suoi assistiti di lungo corso, quel Nani che, insieme a CR7, è stato colonna del Portogallo (lo è ancora, e andrà ai Mondiali) e della Gestifute, la società-casa padronale di Mendes.  Nani arriva alla Lazio accolto con clamore, è nome 'pesante', affascinante, pieno di hype e romanissimo 'fomento'. Piace per i trick che mostra spesso, le giocate ardite, qualcuno ne critica gli infortuni di troppo, ma tant'è. Nelle fiabe tutto è permesso, pure un lieto fine. Le favole con Mendes finiscono di solito in un solo modo: e vissero tutti felici e contenti. Contenti anche gli esuberi, qualcuno è riuscito ad andare via: Kishna, Morrison, Lombardi (prestito secco) hanno trovato una nuova casa. Bisognerebbe chiedere ad Inzaghi: ha avuto un affascinante sostituto di Keita (sarà il campo a dire quanto concreto), ma non il centrale di piede sinistro che chiedeva. Al lupo al lupo, una voce si alza dal fondo della favola: ma no, c'è Mauricio, è rimasto (anche se potrebbe ancora finire in Turchia). Allora sì, finito il calciomercato, tante care cose, tanti saluti, la favola finisce nel migliore dei modi: c'è Mendes gente, vissero tutti felici e contenti. Fino a gennaio,  o fino alla prossima sconfitta. E c'è chi già chiede: Pedro Neto, quando lo vedremo? E Nani, quando recupera dal suo infortunio? Ma è già domani, è già ora di campo: questo strano sogno, questa fiaba dell'assurdo, che chiamano calciomercato, è finita. E vissero tutti i Mendes e i Lotito contenti. 

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