Tutte le società lo fanno, davanti alle telecamere o a mezzo stampa, senza porsi il problema di scomodare questo o quell'altro personaggio, senza credere che lamentarsi giustamente di un arbitraggio sfortunato sia un delitto che verrà pagato nei secoli dei secoli. Prima della gara Igli Tare, sorridente davanti alle telecamere di Sky, parlava dell'imminente sfida e poi di mercato, di Honda, di Krasic e Parolo. Dopodiché in campo la Lazio ha sfoderato una prestazione entusiasmante, con la voglia e la determinazione giusta: avrebbe dovuto vincere per il gioco espresso e per le occasioni create, ma Rizzoli ci ha messo del suo, così come la Lazio stessa, con i suoi errori pagati a caro prezzo.

Un calcio di rigore negato e un fuorigioco non assegnato sul gol di Pazzini fanno sì che la Lazio non riesca a portare a casa tre punti fondamentali per la corsa Champions. Errori arbitrali gravi, è vero, ma tanto quanto gli errori sottop orta e quelli difensivi: nel primo gol due giocatori dell'Inter riescono a far fuori un'intera difesa, nel secondo Zauri esce tardi (ma bene, perché Pazzini è in fuorigioco) e Biava rimane fermo con la mano alzata. In campo è accaduto questo. Nel post-partita, invece, Reja è ancora una volta rimasto da solo a cercare di far sentire la sua voce. Ma la società, dov'era?

Va bene che Lotito non può parlare, ma il sorridente Tare, che tutti si aspettavano fosse tornato davanti alle telecamere meno sorridente e più arrabbiato per i torti subiti, dov'era? E' proprio questo che manca alla Lazio (oltre ad altri giocatori di valore assoluto): persone che ci mettano la faccia, che sappiano 'tenere botta' senza paura di scomodare qualcuno. La Lazio di guerre ne sta facendo molte, ma forse quelle che non deve fare.