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  • Laziomania: la bellezza resta

    Laziomania: la bellezza resta

    • Luca Capriotti
    Comunque vada, qualcuno potrebbe dire. Non è stato un successo. La Lazio impatta contro una Juventus troppo forte, ed è un limite non averne oscurato i pregi, i punti di forza. Anzi averli esaltati con errori individuali che, contro le big, nessuno si può permettere. Comunque vada, non è stato un successo perché Inzaghi ha voluto per forza provare la resistenza di Parolo, troppo malconcio per scendere in campo, tanto da resistere appena 20'. Ha certificato forse i limiti di una rosa, che effettivamente aveva poche altre soluzioni percorribili senza un margine di rischio veramente troppo elevato: dal '96 Murgia allo spagnolo Luis Alberto in un ruolo non suo. Più che lo starting 11, sono stati errori, giocate poco precise, meno forza nei duelli individuali a condannare la Lazio di Inzaghi.

    Comunque vada, sarà un successo, sembra urlare la Curva Nord ad inizio partita. Preziosa, forte, elegante, si veste di gala per una serata speciale, come ad un primo appuntamento. La coreografia è maestosa, i cori potenti, accompagna la Lazio per tutta la partita, pur in inferiorità numerica. Prova a dare fiato quando manca, benzina quando non ce n'è più, motivazioni quando si annebbiano. Non funziona, ma comunque sia andata, è stata un successo questa Curva. Alla fine, chiama la squadra sotto i gradoni, canta, balla con i giocatori, salta. Perché comunque sia andata, arrivare fino a qui, per questa squadra, per questo allenatore al suo primo anno in Serie A, è stato un successo. E dirlo mette l'amaro in bocca, ma va detto. Perché troppo bella era l'atmosfera, la voglia di di finale, la voglia di giocarsi un trofeo, ancora, davanti agli occhi del mondo. Comunque andranno queste partite, comunque sia andata questa finale, forse in fondo tutti dovrebbero sapere che questa Lazio la sua partita l'ha vinta. La partita dei delusi, dei depressi, degli intristiti da un anno duro da mandar giù. Inzaghi questa partita, che non era contro la Juventus, ma contro un avversario più forte, l'indifferenza, il malcontento, il disamore, l'ha vinta. Per questo, quando la Curva Nord si è mostrata in tutto il suo splendore, sembrava una dichiarazione d'amore, ancora una volta. E quando si offre tutto, alla fine, sarà amaro dirlo, può anche andare male, nel calcio come in amore. Ma comunque vada, qualcosa rimane. La bellezza resta, sempre.

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