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  • Laziomania: non chiamatelo scontro diretto, aiutiamo Inzaghi!

    Laziomania: non chiamatelo scontro diretto, aiutiamo Inzaghi!

    • Luca Capriotti
    La Lazio riesce a rimontare, ma deve cominciare a pensare più in grande. Siamo d’accordo, rimontare è una grossa notizia, una rarità: è la prima volta, in questa stagione, che la Lazio ribalta il risultato. 

    Per carità, la rimonta è ancora più dolce: Gasperini costruisce sempre squadre, e partite, difficili da affrontare, indigeste, perfino moleste, e l’Atalanta è squadra di qualità, giovane, anche se leggermente destrutturata dal mercato. Ma per carità: non chiamiamolo scontro diretto.

    La partita: Inzaghi prova un altro modulo, con Milinkovic (ancora in gol, pazzesco strapotere) e Luis Alberto dietro Immobile, che oramai andrebbe declinato al plurale, per tutto quello spasmo che mette in ogni settore d’attacco, per tutta la sua immensa mole di lavoro. Arrivano conferme: che Bastos dietro vale qualcosa, ma ogni tanto ha delle amnesie eccessive (Petagna lo lascia troppo troppo solo), che Radu non può permettersi di sbagliare così tanto, che Luis Alberto è ancora troppo ottocentesco, raffinato, un po’ fuori ritmo. Qualcosina, qualche segnale ad Inzaghi lo manda: basta, per essere titolare?

    Abbiamo capito, con fare da psicologi, che l’arbitro Pairetto ha grosse difficoltà a rapportarsi con le panchine, forse gli ricordano qualche brutto episodio d’infanzia, forse non sopporta che qualcuno possa perfino non essere d'accordo: butta fuori Inzaghi nel primo tempo e Gasperini nel secondo, salomonico.

    Cosa decide Lazio-Atalanta? Non il Gasp, che pure trova le sue giuste contromisure contro Inzaghi (al netto di un primo tempo dominato dalla Lazio). Immobile, sempre Immobile, con una mano anche di Berisha, in odor di conferma alla Dea. Il suo volo a franare su Immobile decide il match: diciamolo per dire, ma per la porta della Lazio, in ottica futura, bisogna decisamente guardare altrove. 

    Ma non è uno scontro diretto, almeno non dobbiamo considerarlo così: ambire all’Europa League è realistico, concreto, ma un pochino mesto e rinunciatario. Lo dobbiamo ad Inzaghi: se chiamiamo questo contro l’Atalanta uno scontro diretto, il suo lavoro titanico rischia di rimanere monco, spurio, terreno. Le sue richieste alla società rischierebbero di essere ancora più vuote: facciamo un appello, aiutatelo!

    A questa Lazio serve una spinta superiore, soprattutto a livello di ambizioni, soprattutto a livello societario. Cominciamo con le parole: questa è una vittoria importante, ma gli scontri diretti, quelli da vincere, sono altri. Lo dobbiamo ad Inzaghi, che è stato pure ingiustamente buttato fuori, con oscuri retroscena con il quarto uomo Vuoto: usiamo le parole giuste, puntiamo un po’ più in alto. Almeno a parole.















     

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