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  • Laziomania| Normalità o mediocrità?

    Laziomania| Normalità o mediocrità?

    • Marco Anselmi
    Da sei anni a questa parte la Lazio vive nella mediocrità. All'inizio dell'avventura di Lotito era anche comprensibile: aveva salvato la Lazio da un fallimento quasi certo, anche se Tulli era pronto a subentrare nelle trattative nel caso in cui Lotito avesse 'abdicato'. I primi tempi ha provato a farsi aiutare dalla gente, chiedendo consigli, dandogli appuntamento e parlando con loro. Poi è cambiato tutto. Da utili, i tifosi sono diventati quasi un fastidio, e da lì si è rotto qualcosa. Uno, due, anche tre anni difficili erano preventivabili; invece, grazie ad un campionato particolare, fortunato e ben giocato, la Lazio è arrivata addirittura in Champions League. Lì il primo grande errore: una rosa sopravvalutata, un pessimo campionato e l'eliminazione nel torneo europeo, stesso errore commesso quest'anno. 'Repetita iuvant', direbbe il presidente nella sua cara lingua latina, ma non in questo caso: la Lazio sta sprofondando in una mediocrità troppo pericolosa. E ciò che più spaventa non è solo la mediocrità di chi sta gestendo la Lazio, ma anche quella che pian piano sta avvolgendo il tifoso laziale. Abituarsi ad una situazione del genere sarebbe, per i laziali e per la Lazio, una fine annunciata. Dunque il dissenso che è stato dimostrato fino ad ora non deve smettere, o celarsi dietro il 'questo abbiamo e questo dobbiamo tenerci'. Sarebbe lo sbaglio più grande. Allora - come sempre in maniera civile - bisognerà far capire che questa non è la Lazio dei tifosi, della gente e della passione, ma una Lazio sterile, sempre più lontana dai sorrisi e dalla voglia di andare allo stadio. Il clima che si respira in casa biancoceleste non è dei migliori, e difficilmente si riuscirà ad uscire da questa situazione, visto che ogni possibilità di assistere ad un cambio ai vertici della società viene bloccata sul nascere dalle dichiarazioni sull'incedibilità del pacchetto azionario. Lotito difficilmente uscirà dalla società, la visibilità che offre il mondo calcio in Italia non la offre nessuno ('l'Italia - di dice spesso - è una Repubblica fondata sul calcio'). Che si faccia da parte dunque, che metta al suo posto qualcuno che posso ricreare un rapporto con i tifosi. Un presidente vero, con tutta l'autonomia possibile, come fece Cragnotti con Zoff o Moratti con Facchetti. In questo modo forse - e sottolineo forse - la gente potrebbe riavvicinarsi alla squadra, non riconoscendo più la Lazio come Lotito e Lotito come la Lazio.

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