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  • Laziomania: Parolo, la leadership del sorriso

    Laziomania: Parolo, la leadership del sorriso

    • Luca Capriotti
    Quello che Parolo può dare alla Lazio sono quattro gol al Pescara in una gara segnata dalla differenza ciclopica tra le due squadre, che pure, per l'incapacità cronica di scendere di ritmo e gestire, per 20 minuti si sono anche ritrovate pari, quasi per un accidente.

    Non è stato un accidente il poker di Parolo: la sua generosità spropositata lo pone sempre in area, a ridosso, come da richieste di Inzaghi, che vuole le mezzali alla ricerca infinita di spazio occupato in area.

    Non è stato un caso: Parolo quest'anno ha raccolto sempre meno di quello che la sua inesauribile carica umana meritava. Ha sempre messo davanti il gruppo: quando si presentava nei momenti complicati davanti alle telecamere, quando tutti gli altri non avevano voglia di parlare.

    Non è stato uno scherzo del destino, ma un premio. Ad un giocatore sempre  corretto, sorridente, disponibile, capace di portare una mentalità nuova, costruttiva, autentica. Non sono molti i senatori che hanno il suo modo di pensare aperto, la sua capacità aggregativa, la sua voglia di compattare l'ambiente. Non a caso le cronache ce lo raccontano molto vicino a Pioli, autore del primo piccolo miracolo di unione, e non divisione, a Roma, la città intestina e correntista per eccellenza, che ha sempre preferito le lotte di potere (anche finte) e il potere stesso ad una reale unione d'intenti. (Quella, per dire, che un po' perde quota quando Biglia davanti a tutti, da capitano, redarguisce Keita, e il senegalese risponde a tono, o per dire, perde quotissima quando i tifosi della Lazio apostrofano Tounkara come 'quello che ha menato un tifoso'). 

    Non è stato un solo gesto, a fare di Parolo un giocatore utile nel senso profondo del termine, concreto, indispensabile. Forse è stato il suo sorriso mentre prendeva il pallone, premio meritato per chi fa tripletta. Per ogni sua corsa, folle, sconsiderata, oltre la reale capacità dei suoi polmoni, avrebbe meritato qualcosa di più. Per ogni volta che ha difeso la squadra, avrebbe meritato qualcosa di più. Ha fatto quattro gol, ma avrebbe forse meritato di più dalla sua carriera, per il suo reale valore, la sua leadership sorridente. Intanto Parolo ride, e in un calcio un po' triste e burocrate, un po' tecnocrate un po' cinese, forse vale ancora più di 4 gol, in una larga vittoria di una domenica di febbraio. 

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