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  • Laziomania: Tare, prendi un centrale 'carbonara'

    Laziomania: Tare, prendi un centrale 'carbonara'

    Come fosse la vigilia di Natale. Uno dietro l’altro, i piatti di portata. Sta al commensale scegliere, degustare, perfino portare a casa. Nel mercato di gennaio, breve ma intenso, il commensale già potrebbe aver scelto. È quello che ci si augura in casa Lazio, è quello che serve: idee chiare. E allora cosa serve alla Lazio? Un piatto sul sicuro. Non mettetevi in testa chicche alla Masterchef. Alla Lazio serve un centrale “carbonara”: piede destro, affidabilità massima, statura importante, non solo fisica. Serve un sostituto di De Vrij a cui si augura certo un pronto rientro, ma al suo ritorno, per quanto magari in anticipo sulle previsioni, potrebbe già essere tutto saltato, tutto il menù della seconda parte della stagione stravolto. 

    CENTRALE - E allora ben venga, ad esempio, il nome di Gil del Corinthians. Dal club paulista dei record, fresco campione del Brasile, non è che giungano segnali rassicuranti, né scontrini soft o sconticini: è il profilo quello che bisogna individuare, un centrale che abbia già esperienza in Europa, che sappia condurre per mano un reparto arretrato troppo spesso in preoccupante apnea. Ma potrebbe non bastare: se alla ripresa del campionato, tra 2 giorni, difficilmente contro il Carpi vedremo un altro centrale, bisognerà sempre considerare l’opzione doppio colpo, o doppio primo, per continuare con la metafora culinaria. E con i tempi stretti di gennaio, c’è da auspicare che la Lazio per un centrale abbia già la stretta di mano, o quasi, per poi tuffarsi sul secondo. Magari pronto all’uso, soprattutto se alla stazione di Formello dovesse presentarsi, per altre destinazioni, Santiago Gentiletti. L’indiziato n.2 dovrebbe essere italiano, o quantomeno un solido conoscitore della Serie A, che ha tutto un suo galateo, una sua accortezza, non è un banchetto a cui possono sedere tutti. 

    AMMAZZACAFFÈ - Occhio al mercato in uscita: certo non aver ceduto in maniera sapiente per poi ricostruire è spesso uno dei capi di imputazione attribuiti alla dirigenza biancoceleste, ma può sempre capitare chi vuole portare a casa qualcosa, dal tuo banchetto. E se lo chiede in maniera convincente, tanto convincente, quasi in maniera assillante (offerta talmente importante da far vibrare la tavolata), allora i profili cambiano, gli orizzonti si muovono. La cessione di Hernanes è precedente da scongiurare: è chiaro se che se dovesse partire un titolare in certe zone (out Felipe Anderson, c’è comunque Keita) i ragionamenti possono anche farsi sulle opzioni interne, in altri casi bisognerà ragionare velocemente. Si pensi ad un attaccante da Euro 2016: uno di quei profili appetibili, motivazioni alla mano, che ha ancora fame, che sappia giocarsi le sue chance ed abbia voglia di forzare la mano della società di appartenenza pur di partire. Si pensi anche ad un eventuale ragionatore di centrocampo, che sappia sostituire Biglia quando manca, o quando e se mancherà del tutto. Si pensi, ma si pensi velocemente. Che all’ammazzacaffè si arriva prima di quanto si creda, e non si può sempre contare sulle rapide leve del segretario biancoceleste, per imbucare all’Atahotel il contratto dell’ultimo minuto, il Candreva dell’ultimo respiro, il grappino tirato fuori quando già si ha il cappotto addosso, ed il pensiero al ritorno (del campo).

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