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  • Laziomania: tutto è bene, quel che finisce (nello spogliatoio)

    Laziomania: tutto è bene, quel che finisce (nello spogliatoio)

    Ho avuto, di recente, anzi mi scuso se lo utilizzo come incipit dell'articolo, un sano e civilissimo confronto con un tifoso, che alla fine mi ha raccomandato bonariamente: "Non sparate sulla Lazio". Posto il sacrosanto e da difendere diritto di cronaca e di critica, dei giornalisti  e dei tifosi, forse in questo momento, in cui il mondo Lazio è in ebollizione, sono parole che più di altre fanno capire la sensazione di accerchiamento asfittico che sente la tifoseria, bersagliata da tutte le parti, in particolar modo dopo Bielsa.  Esempio lampante: episodio di campo, litigata furiosa tra Keita e Lulic, dopo un brutto intervento del bosniaco su Lukaku (in diretta, perché la Lazio accende sugli allenamenti il proprio canale su Sky, Lazio Style Channel), e si scatena un Maracaná di "Keita vuole andare via, è nervoso, la Lazio gli sta stretta".

     Che Keita voglia andare via è abbastanza chiaro, soprattutto se deve rimanere con questo contratto. Ma stiamo parlando di uno dei '95 più forti in circolazione in Italia, tecnico, abile nell'1 contro 1, e di carattere. Lo ha sempre dimostrato: Keita non punta l'uomo, Keita sa che può saltarlo, e lo salta. La Lazio farebbe bene a tenerselo stretto, e se dovesse ancora capitare un episodio di campo (seppur con un senatore dello spogliatoio, come Lulic, anche lui di carattere, anche lui figura forte nei confronti di giovani e nuovi arrivati, come l'altro coinvolto, Lukaku, tra l'altro suo rivale sulla fascia sinistra) ripetiamo se dovesse ancora capitare, non c'è troppo da far macelleria e processi alle intenzioni. È un episodio di campo, poi se nasconde velleità di andar via, antipatie, rancori, o l'aver digerito male la colazione, nella miglior tradizione del calcio nostrano finirà dove deve finire. Nello spogliatoio. Dove pare si sia fatto sentire Peruzzi, e questa è una gran bella notizia.

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