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Laziomania: una sconfitta che ridimensiona solo in parte

Laziomania: una sconfitta che ridimensiona solo in parte

La Lazio esce sconfitta da Empoli e si ridimensiona. La partita di ieri del Castellani ha mostrato un limite purtroppo assai caro ai biancocelesti. Ne avevamo parlato qualche tempo fa dicendo che il problema della sindrome di Narciso sembrava potesse essere stato risolto e invece ieri la Lazio è entrata in campo forse troppo sicura dei propri mezzi e con troppa consapevolezza di essere più forte dell'avversario, risultato: 2 - 1 per i toscani. È vero che la Lazio avrebbe potuto segnare in un paio d'occasioni nei primi 25 minuti però non lo ha fatto e questo fa la differenza tra una grande squadra consolidata ed una squadra che aspira d'esserlo. Si salvano in pochi nella sconfitta di ieri, è indubbio che le individualità biancocelesti servono relativamente se non vi è un atteggiamento di squadra utile ad aiutarsi come era successo nelle partite precedenti. Ora questi 15 giorni di sosta serviranno Pioli per rimettere i suoi sui giusti binari. Proprio il tecnico aveva intuito un calo di tensione da parte dei suoi giocatori infatti, durante la conferenza stampa di presentazione della gara, a più riprese aveva detto che i calciatori avrebbero dovuto mantenere la concentrazione solo di esclusivamente sulle Empoli senza fare alcun tipo di volo pindarico pensando al terzo posto, avvertimento che però non ha portato ai frutti sperati. La sconfitta di ieri riporta la Lazio tutta con i piedi per terra e paradossalmente, potrebbe essere considerata una cosa positiva perché i laziali evidentemente non sono ancora maturi come squadra per definirsi ‘arrivati’. C'è ancora tanto da crescere e tanto da lavorare prima di poter dire che la squadra è completa sotto tutti i punti di vista. Serve maggiore concentrazione da parte di tutti, in primis di chi proprio della concentrazione ne fa uno limite palese. La Lazio deve ancora crescere ma nulla è perduto perché quello visto finora non può essere stato solo frutto della casualità. I biancocelesti sono forti ma oltre alla consapevolezza di esserlo serve anche la volontà di rimanere sempre con una tensione alta.

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