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  • Lecce, Cipollini:| 'Di Francesco non rischia'

    Lecce, Cipollini:| 'Di Francesco non rischia'

     

    L'amministratore delegato del Lecce, Renato Cipollini, fa il punto sul momento dei salentini ai microfoni di Radio Sportiva
     
    DI FRANCESCO - Non rischia perchè ci deve essere un po´ di coerenza rispetto a quanto detto a inizio stagione: le colpe non sono tutte dell´allenatore. Sapevamo di avere una squadra giovane, e per farla rendere bene ci vuole del tempo, quindi non ci sembra giusto bnon darglielo. Ovvio che non siamo contenti e che ci aspettavamo qualcosa di più, ma da qui a sollevare il mister dall´incarico ce ne passa.
     
    SOCIETA´ - Dopo 17 anni la famiglia Semeraro ha deciso di non finanziare ulteriormente una società che ha fatto l´altalena fra A e B ma che ha tenuto questa città ai vertici del calcio nazionale. E´ da additare come esempio e da non criticare se decidono di dire basta. Ci sono dei professionisti come me e Osti che devono mandare avanti il progetto con le risorse che ci sono e io mi sono permesso di richiamare all´ordine soltanto perchè me la voglio giocare fino alla fine per salvarci, visto che ci sono sette squadre del nostro livello.
     
    ARRABBIATURA DI FRANCESCO - Nel rapporto personale fra allenatore e squadra è difficile per la società intervenire, perchè non vive il rapporto quotidiano con il gruppo: se Di Francesco ha avuto quella reazione lo posso capire, e vedremo se avrà effetti a breve.
     
    GRUPPO - Abbiamo un mix di giovani e di gente esperta che credo sia molto omogeneo. Non vorrei però che gli elogi avessero fatto perdere di vista la realtà: ora forse i giovani che vengono dalle grandi squadre hanno capito che qui in provincia il pane è duro, bisogna pedalare e i 18 che vanno in campo devono avere umiltà.
     
    BERGOUGNOUX E DIAMOUTENE - Erano giocatori che non rientravano nel progetto tecnico ma non sono mai stati messi fuori rosa: hanno accettato di spalmare in due anni il contratto che avevano e per questo vanno ringraziati, ma su Diamoutene si è creata una situazione paradossale. Non può portarsi dietro tutta la vita il fatto che abbia giocato nel Bari, che lo lascino lavorare. 
     

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