Emarginato, accusato, relegato in panchina e costretto all'anonimato dopo un campionato da protagonista. La sua stagione è racchiusa in 726 minuti di calcio giocato: ritagli di partita, subentri, poi finalmente il riscatto a Catania nel contesto di una gara rocambolesca. Daniele Corvia ha tirato un sospiro di sollievo dopo il gol del momentaneo pareggio giallorosso. Una marcatura importante che gli ha concesso un attimo di notorietà dopo tanti mesi passati a sgobbare in allenamento con la speranza di rendersi utile in un certo qual modo.

'Una gioia che attendevo da tanto, un modo anche per mettermi alle spalle sette mesi davvero terribili - le sue parole - adesso sto bene di testa e di gambe e voglio dimostrarlo in campo dando una mano ai miei compagni. Voglio dedicare questo gol alla mia famiglia e ai miei amici più stretti'. I più lo consideravano un emarginato, ma non Cosmi, che ha dosato col bilancino le sue forze, lo ha inserito nella partita giusta al momento giusto, e ne ha ricevuto un ritorno importante in termini di rendimento, attaccamento alla maglia e impegno.

E’ tanta roba per uno che sembrava finito e invece ha risposto da professionista esemplare facendosi trovare pronto nell'occasione più importante: 'Mi piacerebbe giocare titolare, ho l'umiltà per dire che là davanti stanno facendo cose eccezionali e spero sinceramente che ce la facciano fino alla fine e ci permettano di rimanere in serie A'. Tra i sette attaccanti a disposizione Corvia ha saputo ritagliarsi uno spazio importante in alternativa a Muriel e Di Michele e lo ha fatto nell'unico modo che conosce: lavorando molto e parlando poco. Il gol di Catania è la giusta ricompensa a tutto questo; merito anche dello stesso Cosmi, che con lui ha instaurato un rapporto franco, sereno e cordiale. La salvezza è tutta da conquistare ma la risposta di Corvia sul campo la dice lunga sullo spessore morale del gruppo. Il resto, per ora, sono solo chiacchiere.