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  • Leccemania:| Erba sintetica? Basta così

    Leccemania:| Erba sintetica? Basta così

    Una svolta storica e una decisione auspicata da tutti. Il Lecce ha salutato il centro sportivo di Calimera e il suo terreno artificiale costato 800mila euro per trasferirsi, armi e bagagli, dalla parte opposta del Salento, a Squinzano, presso il locale campo sportivo comunale, dove è stato allestito, testato e reso agibile il terreno in erba naturale. Meglio tardi che mai, e per le restanti 15 partite rischi infortuni ridotti in maniera esponenziale. L'erba sintetica nello storico centro sportivo giallorosso fu voluta da Zeman nella stagione 2006/07 in occasione della sua ultima e sfortunata esperienza in giallorosso. Un terreno più duro dove il pallone rimbalza e 'corre' più velocemente doveva, nelle intenzioni del boemo, abituare la squadra ad una maggiore velocità di manovra a tutto beneficio del solito abusato spettacolo. La società lo accontentò senza pensarci troppo.

    I lavori furono lenti e onerosi; poi, visto che i risultati non arrivavano, dopo sei mesi gli diede il benservito chiamando, pensate un po', Giuseppe Papadopulo, agli antipodi come concezione calcistica ma certamente più concreto sul piano del rendimento e della continuità. Il tecnico toscano 'ereditò' Calimera e la sua erba di plastica, e così tutti quelli che vennero dopo di lui. Fino a Serse Cosmi, che ha avuto la fortuna di poter fare allenare la squadra da un'altra parte. Che fine farà ora l'impianto è la domanda che si fanno i tifosi. Tornerà al Comune di Calimera, suo legittimo proprietari,o oppure il Lecce continuerà a pagare l'affitto utilizzandolo saltuariamente, quando condizioni atmosferiche particolarmente piovose suggeriranno terreni meno inzuppati? Domanda da un milione di euro.

    Resta l'esborso frettoloso ed imprudente di una cifra considerevole per un'opera che non ha mai soddisfatto nessuno: i giocatori se ne sono sempre lamentati e alcuni ci hanno anche rimesso muscoli e articolazioni. I tecnici hanno sopportato e fatto di necessità virtù, e anche i giornalisti hanno avuto da ridire per la precarietà della tribunetta loro riservata e della saletta stampa troppo angusta per le necessità di radio, televisioni e carta stampata. Una inversione di tendenza rispetto ad altre realtà che invece hanno puntato dritto sull'artificiale. Un investimento sbagliato che va in archivio come l'intera gestione societaria degli ultimi anni, e un'altra voce cancellata forse per l'immediato futuro nel contesto di un bilancio sempre più magro che dovrebbe, si spera, attirare l'interesse di qualche investitore.

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