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  • Leccemania|: Via alla cura dimagrante
Leccemania|: Via alla cura dimagrante

Leccemania|: Via alla cura dimagrante

Stringere la cinghia, fare cassa e sperare che zio Paperone - Savino Tesoro - non si stufi di trattare l'acquisto del Lecce. In casa giallorossa si naviga a vista in prospettiva di una autogestione-bis che potrebbe produrre molti danni. La trattativa per la cessione del club è sfumata sulla costa jonico-salentina in un caldo pomeriggio estivo, e la proprietà ha preso tempo sperando di uscire indenne dallo tsunami di Calciopoli per provare a rivendere fra due mesi baracca e burattini a prezzi di mercato.

Nel frattempo c'è una iscrizione al campionato di serie B da formalizzare, contratti onerosi da tagliare col machete (Cacia, Ferrario e Jeda), vendere tutto il vendibile (Benassi e il baby Falco), evitare di riscattare giocatori in comproprietà (Tomovic, Esposito, Baclet), allestire un organico appena decente per affrontare la stagione sportiva e, dulcis in fundo, trovare un allenatore. Una bella prospettiva per i tifosi, che assistono passivi alla demolizione, mattone dopo mattone, della loro squadra del cuore.

La premiata ditta Osti&Cipollini dovrebbe essere confermata per altri due mesi con cifre che fanno a pugni col regime 'autarchico' che si respira in società. Poi, in agosto, dopo la cura dimagrante, col pallone al centro del campo e in attesa del fischio d'inizio, tutto sarebbe rimesso in discussione rispolverando la trattativa per la cessione del club che in sei mesi non ha prodotto nulla.

L'alternativa si chiama sempre 'autogestione', e visto come si è sviluppata quest'anno e i risultati che ha prodotto non c'è proprio da stare allegri. Queste le intenzioni della attuale società, che al momento sembra non aver fretta di avviare il lavoro. Savino Tesoro a Busto Arsizio aspetta una chiamata, i tifosi incrociano le dita sperando che Sant'Oronzo faccia un miracolo.

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