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  • Legge sugli stadi: Nardella si 'impegna' per i Della Valle

    Legge sugli stadi: Nardella si 'impegna' per i Della Valle

    • Luca Cellini

    Da tempo la proprietà della Fiorentina, guidata dalla famiglia Della Valle, sta dialogando con il comune di Firenze, per la possibilità di costruzione di un nuovo stadio nell'area Nord Ovest della città, denominata Mercafir, perchè attualmente è occupata dal mercato ortofrutticolo di piu' grandi dimensioni del territorio fiorentino. Per far si che i contatti fra amministrazione e vertici gigliati siano sempre piu' intensi da questo punto di vista da oltre due anni nel c.d.a. del club fanno parte, nel ruolo di membri uditori, il presidente del consiglio comunale e membro nazionale della Giunta Coni Eugenio Giani, ed il vice sindaco di Firenze, oggi parlamentare del Pd, Dario Nardella. Proprio quest'ultimo ha partecipato nelle ultime ore ad un convegno organizzato dalle associazioni sportive e sociali italiane, con Roma Capitale e il patrocinio del Coni. 'Se lo stadio diventa la scusa per fare altro che non ha nulla a che vedere con il calcio, noi saremo i primi ad affossare questa legge. - ha dichiarato a margine del convegno proprio Nardella, che sa come su questo disegno per la costruzione di nuovi impianti calcistici punta molto la proprieta' della Fiorentina -  In caso contrario, grazie al gruppo di lavoro misto parlamentare che stiamo creando, in accordo e in collaborazione con il Coni, contiamo di riuscire a varare un testo base prima dell’estate e ad arrivare entro un anno dalla nomina del Governo all’approvazione di questa legge. La legge non può stravolgere regole e vincoli esistenti, non può andare contro l’ambiente e il patrimonio culturale, perché in questi casi non abbiamo a che fare solo con le normative italiane, ma con quelle comunitarie. Dal 2007 al 2011 c’è stata una diminuzione del 25% degli investimenti nelle opere pubbliche da parte delle istituzioni locali. Dobbiamo quindi individuare e varare un nuovo modello che abbia i privati come protagonisti, partendo dalla legge affossata nella precedente legislatura, arrivata ad un passo dall’approvazione finale. Una legge naufragata a causa dei troppi veti incrociati e della scarsa pressione del precedente Governo su tutte le parti in causa. La grande novità è la scelta da parte del Governo dell’interlocutore: non più la Lega Calcio, ma il Coni, perché gli impianti sono per tutti gli sport e gli stadi destinati ai grandi club sono solo la punta dell’iceberg di un’impiantistica sportiva italiana ferma da troppo tempo. Siamo all’emergenza in alcuni casi. Noi dobbiamo dare a chi vuole investire tempi certi e la possibilità di compensare per rientrare dei soldi spesi per costruire l’opera. Ma non abbiamo nessuna intenzione di agevolare chi vuole costruire cattedrali nel deserto e tantomeno chi intende speculare. Per questo la sostenibilità economica deve essere la base di tutto. Le amministrazioni locali devono tutelare l’interesse pubblico. Solo così si può pensare di ottenere gratuitamente terreni su cui costruire, da utilizzare anche per 99 anni, e la contropartita deve essere l’utilità di un impianto in grado di aumentare il flusso turistico e creare occupazione. Non abbiamo ancora stabilito quello che potrebbe essere il ritorno economico, ma la costruzione di nuovi impianti potrebbe portare ad investimenti pari a circa 8 miliardi di euro, quasi una piccola finanziaria'. 

     

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