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  • Lettera aperta a Pietro Ghedin, ct di Malta: ci racconti come morì Re Cecconi

    Lettera aperta a Pietro Ghedin, ct di Malta: ci racconti come morì Re Cecconi

     

    Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta a Pietro Ghedin, scritta da Paolo Lenzi, Presidente Lazio Family.
     
    Lettera aperta a Pietro Ghedin, allenatore di Malta: verità per Luciano Re Cecconi
     
    Caro Pietro Ghedin,
     
    è passato molto tempo da quando, sugli spalti dell’Olimpico, insieme ad altre decine di migliaia di tifosi venivo a sostenerLa per supportare i colori della Lazio. E trentacinque anni sono ormai passati anche dall’omicidio di Luciano Re Cecconi, campione d’Italia nel 1974 e nel giro di quella Nazionale azzurra che proprio Lei, oggi allenatore di Malta, affronterà il prossimo martedì 11 settembre nella partita ufficiale per la qualificazione ai Mondiali 2014, allo Stadio di Modena.
     
    Italia-Malta, per me e, come me, per tanti altri sportivi, significa anche Re Cecconi-Ghedin. La sera del 18 gennaio 1977, infatti Lei era accanto al nostro angelo biondo, all’interno della gioielleria di arte orafa dove uno dei più carismatici atleti di Tommaso Maestrelli si spense per sempre, in modo beffardo. Lei vide, Lei sa, perché Lei, caro Pietro Ghedin, quella sera era accanto proprio a Luciano Re Cecconi, prima che spirasse.
     
    La storia che si conosce racconta che Cecco restò vittima di un banale scherzo, di uno scherzo finito male, di una tragedia nata da un clamoroso fraintendimento, figlio della fibrillazione e del pesante clima di quei maledetti anni di piombo, fortunatamente ormai alle spalle.
     
    Lazio Family, associazione libera di tifosi laziali che mi onoro di presiedere, proprio nell’ultimo anniversario della scomparsa del nostro calciatore, ha organizzato in una sala di Roma una manifestazione in ricordo di Re Cecconi, celebrata alla presenza della sua famiglia, nella quale è stato proiettato in prima assoluta un film RAI censurato, unitamente al libro d’inchiesta Non Scherzo, scritto dal giornalista Maurizio Martucci.
     
    Ebbene, l’idea che ne è venuta fuori, suffragata anche dai lucidi ricordi di Luigi Martini, amico intimo di Cecco e suo ex compagno di squadra in biancoceleste, è che quella maledetta sera di tanti anni fa Luciano Re Cecconi non scherzò affatto. Anzi, Luciano Re Cecconi non simulò alcuna rapina, tantomeno pronunciò frasi provocatorie nei confronti del gioielliere che reagì colpendolo a sangue freddo con un colpo di pistola.
     
    Dopo trentacinque anni, è giunto il momento della verità. Non processuale, ma della verità storica.
     
    Per questo, caro Pietro Ghedin allenatore della nazionale maltese, Le scrivo questa lettera aperta, a ridosso di Italia-Malta. 
     
    Lei, per la prima volta da allenatore avversario, affronterà quella stessa maglia azzurra indossata anche da Luciano Re Cecconi: dopo tanti anni di silenzio Le chiedo di ritornare sulla vicenda e chiarire pubblicamente le circostanze che portarono alla morte del povero Cecco, indimenticato campione sul campo e nella vita privata, che ancora oggi è ricordato con affetto dal mondo sportivo e in Curva Nord dalla gente laziale.
     
    Grato per l’attenzione.
     
    Dott. Paolo Lenzi
    Presidente Lazio Family
    www.laziofamily.com
     

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