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  • Lettera aperta di un supertifoso Juve al giudice Ingroia, supporter dell'Inter

    Lettera aperta di un supertifoso Juve al giudice Ingroia, supporter dell'Inter

     
    Preg.mo Dott. Antonio Ingroia,

    chi Le scrive è soltanto uno dei 14 milioni di tifosi juventini che ha la piccola fortuna di frequentare i salotti sportivi delle TV locali per parlare della Juventus e raccontare e commentare, con un tono il meno serio possibile (si ricordi che il calcio è un gioco) quanto di bello e di brutto accade.

    Ho avuto modo di ascoltare le Sue dichiarazioni di ieri durante la trasmissione di Radio 2 "Un Giorno da Pecora" condotta da Claudio Sabelli Fioretti, e non le nascondo lo stupore nell'apprendere da Lei dichiarazioni del tipo "...l'Inter è la squadra della legalità" oppure quando, alla domanda se gli scudetti della Juventus fossero 28 Lei ha risposto "forse anche meno".

    Personalmente (ma ritengo di poter dire che siamo in molti, tra gli juventini, a pensarla cosi) la stimo e la ammiro per la dedizione con cui svolge la Sua professione, per la scelta di vita che ha fatto e per quanto, quotidianamente, mette in campo al servizio dei cittadini (si, lo Stato siamo noi cittadini italiani). Tuttavia anche i migliori alle volte commettono dei passi falsi, dei piccoli errori che, fortunatamente, sono rimediabili con poco.

    Noi tifosi juventini ci sentiamo offesi dalle Sue parole, allorquando allude all'equazione "Juventus uguale criminalità'"; ci sono persone, cittadini italiani del Paese Italia che per questa squadra fanno dei sacrifici ogni giorno; ci sono nostri e Suoi connazionali che per questa maglia sono morti per il semplice fatto di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato; ci sono bambini che, come ha ricordato il nostro Capitano, vivono con il sogno di indossare una maglia, e non trovo sia corretto che, da un pulpito tanto importante quanto risonante, arrivino simili accuse.

    Vede, Dott. Ingroia, non era mia intenzione entrare nel merito complessivo delle Sue dichiarazioni, tuttavia ci sono dei chiarimenti che mi piacerebbe avere: quando parla della Sua Inter come della "squadra della legalità'" a cosa allude in particolare? Alla condanna sportiva per il passaporto di un proprio dipendente? Ai sospetti sui bilanci gonfiati? Alle telefonate esistenti, dapprima inesistenti, e successivamente emerse e catalogate dal Dott. Palazzi come gravi e meritevoli di approfondimento, salvo poi l'entrata in gioco della prescrizione? Oppure alle dichiarazioni di Ferruccio Mazzola, contenute nel libro "Il caffè di Herrera"?

    Dott. Ingroia, la realtà è un'altra e Lei lo sa bene: chiunque può entrare in un negozio e comprare uno smoking bianco, ma la verità è che nel calcio, come in politica (utilizzando una metafora cara ad un amico interista, e già questo dovrebbe dirle molto) "il più pulito ha la rogna!"

    La richiesta che mi permetto di avanzare, in questa mia lettera, è di ritagliare 5 minuti del Suo prezioso tempo per voler spiegare meglio il Suo pensiero a quei 14 milioni di tifosi che, leggendola od ascoltandola, si sono sentiti feriti, nel cuore come tifosi e nell'anima come cittadini italiani; ammetta che quanto detto è stato frutto del momento, del pensiero del "tifoso" Antonio ma non del Magistrato Dott. Ingroia; noi juventini, ma anche noi italiani, gliene saremmo grati, e continueremo a non avere dubbi circa l'onestà e l'imparzialità di quegli Uomini e di quelle Donne che, ogni giorno, rischiano la vita in prima persona per un ideale: per motivi differenti, nella quotidianità del vivere e del valore che ognuno di noi porta dentro, le chiedo un gesto e nulla più.

    Con la massima stima possibile,

    Giuliano Mario Benaglio

    ...un tifoso della Juventus.


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