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  • LITTLE ITALY giramondo Di Piedi: 'Premier, Cipro, Norvegia e...Lituania'
LITTLE ITALY giramondo Di Piedi: 'Premier, Cipro, Norvegia e...Lituania'

LITTLE ITALY giramondo Di Piedi: 'Premier, Cipro, Norvegia e...Lituania'

Una carriera con la valigia in mano, una nuova avventura alle porte. A calciomercato.com Michele Di Piedi, attaccante nato a Palermo 31 anni, parla delle sue esperienze lontano dall'Italia e della nuova sfida con la maglia del Tauras

Cosa ti ha spinto ad emigrare per giocare a calcio?
Un'esperienza all'estero mi ha sempre affascinato e dopo la prima non mi sono fermato più. Ho vissuto in quattro Paesi diversi, ho conosciuto culture, realtà e campionati non paragonabili al nostro. Ogni avventura mi ha lasciato qualcosa, mi ha fatto crescere come calciatore e come uomo. Ricordo con piacere la prima esperienza in Inghilterra, con la maglia dello Sheffield Wednesday. Ho giocato con gente del calibro di Wim Jonk, che in Italia ha vestito la maglia dell'Inter. Ero giovane, sono stato catapultato in un calcio molto fisico, veloce, senza pause. Mi è subito piaciuto e con il passare del tempo non sono riuscito a farne a meno. Un episodio che ricordo? In una partita con il Wednesday non ho passato il pallone ad un compagno e il lunedì, in sala video, il tecnico Paul Jewell mi rimproverò duramente davanti a tutti. Lì ho capito che dovevo fare il salto di qualità.


Cosa ti ricordi delle parentesi in Norvegia con la maglia dell'Odd Grenland e a Cipro con quella dell'Apoel?
Sono stato in Norvegia per due mesi, in prestito dallo Sheffield Wednesday. L'Odd era una squadra neo promossa, mi vollero perchè erano in corsa per la coppa nazionale. Arrivammo in finale, è stato un'esperienza positiva a livello umano, calcisticamente non è stata il massimo. Di Cipro ricordo la grande organizzazione e la professionalità dell'Apoel. Sembrava di essere in una famiglia, ogni problema veniva risolto immediatamente, tutti erano pronti ad aiutarti, a farti sentire a tuo agio. Non mi sorprende la cavalcata che stanno facendo in questa Champions League, molti degli attuali giocatori li ho conosciuti, hanno tutti una mentalità vincente.

Poi c'è stato il ritorno in Italia.
Sono tornato non perchè fosse la mia dimensione o perchè ne sentivo la mancanza, ma per necessità. Ho avuto dei problemi familiari e per me la famiglia è sempre al primo posto. Ho giocato tra Lega Pro e serie D, senza però sentirmi a mio agio. Fin da subito mi sono accorto che io e la categoria non parlavamo la stessa lingua. In certe situazioni è venuto a mancare il rapporto di fiducia. Alcune realtà, nelle serie minori, non sono l'esempio di serierà e professionilità, da tutti i punti di vista.

Poi è arrivata la chiamata dalla Lituania.
Il mio agente Alessandro Magni (della AMSports ndr) mi ha messo sul tavolo questa proposta e ho detto di sì.  Ho firmato un contratto con il Tauras Tauragė, club di prima divisione, fino a giugno, con opzione fino al termine dell'anno. Il campionato è iniziato lo scorso weekend, giovedì è arrivato il trasfer, dovrei debuttare oggi. L'allenatore è italiano (Giovanni Scanu ndr) così come una parte della rosa (Malune, Perra, Mascia, Cattide e Demurtas ndr), ma la loro presenza non è stata determinante nella scelta finale. Volevo fortemente una nuova avventura all'estero. Il Tauras è una squadra con grandi ambizioni, che ha giocato in Europa, per questo sono fiducioso. Come mi trovo?  Bene, a parte il freddo. E' una realtà diversa dalla nostra, la società ci è vicina dal punto vista prettamente calcistico, nella vita di tutti i giorni ce la dobbiamo cavare. Ma non temo nulla.


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