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  • Livorno-Ascoli:| Le voci dallo spogliatoio

    Livorno-Ascoli:| Le voci dallo spogliatoio

    • Nicola Fatighenti

    Un pari senza reti quasi annunciato viene sconvolto dall'inaspettata beffa di Papa Waigo allo scadere, che regala all'Ascoli la vittoria per 1-0. Il primo tempo mette in mostra due squadre sottotono, entrambe legnose nella circolazione di palla e disordinate nelle gestioni difensive. I bianconeri appaiono subito aridi di idee, infatti quasi mai sembrano impensierire l'area labronica. Livorno poco meglio, più incisivo sulle fasce, ma molto deludente negli ultimi trenta metri. Nella seconda frazione il Livorno sembra percepire l'allontanamento dei tre punti, per cui si dimostra molto più deciso a offendere, ma il livello di lucidità e il cinismo non sono alterati rispetto al primo tempo. L'Ascoli si limita a contenere la squadra amaranto e a tentare il 'colpaccio' con le incursioni di Soncin e Papa Waigo. Il primo all'80' tira da un metro costringendo Bardi a far valere il posto in Nazionale. Sarà il senegalese invece 10' dopo a marchiare l'esito del match: Falconieri in contropiede lancia in area il numero 11 ascolano, che con un piatto riesce a imbucare la porta livornese. Il Livorno paga l'ingenuo preziosismo messo in campo, regalando all'Ascoli la quarta vittoria stagionale.

    LIVORNO
     
    L'allenatore del Livorno, Walter Novellino: 'Al di là dell'Ascoli, sono deluso dai miei giocatori. Sapevano che si sarebbero difesi in dieci, invece hanno aspettato che la squadra si allungasse. Dovevamo verticalizzare di più e giocare palla a terra. Il Livorno non è formato per vincere il campionato, per questo i miei devono riporre nel gioco molta più umiltà e sacrificio'.
     
    ASCOLI
     
    L'allenatore dell'Ascoli, Massimo Silva: 'Siamo stati in affanno, specie nei tanti errori commessi nei passaggi in uscita, però siamo riusciti a far prevalere l'ordine in difesa. Puntavamo sulle ripartenze: alla fine siamo stati premiati. Comunque non ho notato nessun atteggiameno temporeggiante. E' anzi ovvio approfittare del gioco fermo per riordinare la squadra, specie quando l'avversario può far male nella rapidità di battuta'.

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