E' navigato, esperto, sa quel che fa, e non sempre lo dice. Il perchè è semplice: per non bruciare l'affare. E' la sua strategia, il suo marchio di fabbrica. Aldo Spinelli per il Livorno equivale ad una garanzia senza limite, perchè conosce il calcio ed i suoi meccanismi, perchè la sa lunga nel trattare con dirigenti, 'colleghi' presidenti e presunti tali. Negli anni ha combinato i migliori affari traendo dagli stessi vantaggi smisurati, basti pensare alla cessione di Diamanti al West Ham, facendo cassa e dando al giocatore la possibilità di misurarsi con la Premier League, o ad un altro 'colpo' di valore come Candreva, dato via a metà stagione.

Da Spinelli non bisogna aspettarsi la classica e consueta 'prima cosa che ti viene in mente', ma bensì la seconda, o anche la terza. Prevedere le sue mosse è difficile, ma talvolta stupefacente. E' in grado di portare in riva al Tirreno giocatori dei quali non si è mai sentito parlare, oppure arrivare a trattare elementi che mai, e poi mai, avremmo pensato di poter vedere in amaranto. La conferma di Paulinho è un'altra grande mossa. Il brasiliano lo volevano in tanti, e lui ha sparato: 10 milioni, o niente. E lo sappiamo, adesso non è mercato da queste cifre, specialmente per un ragazzo che in serie A, effettivamente, ha tutto da dimostrare.

Detto questo, poco scetticismo e tanto ottimismo cari tifosi amaranto. Spinelli in A ci vuole restare, eccome. Non a caso si è affidato a Capozucca, che con Perotti e Signorelli coordina il mercato amaranto. L'ex diesse rossoblù conosce le strade del mercato come un tassista di Trastevere le vie della capitale, non hanno segreti. E siamo certi che da qui alla fine della sessione estiva qualche turista non proprio improvvisato imboccherà la strada per Livorno.