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  • Livornomania: l'arte della tattica

    Livornomania: l'arte della tattica

    É tutta una questione di atteggiamento. Il ciclo di partite (Sampdoria, Bologna, Torino, Atalanta) che avrebbe potuto, e forse dovuto, portare nelle casse del Livorno punti preziosi per la corsa verso la salvezza si è esaurito con il bottino complessivo di 4 punti. Probabilmente pochi, in confronto a quelli che, almeno ragionando sulla carta, sarebbero potuti scaturire contro dirette concorrenti come erano le quattro avversarie. Il cartello 'lavori in corso' è evidentemente ancora appeso fuori dal quartier generale degli amaranto che, nonostante siano passate 11 giornate ancora stanno assimilando meccanismi e sviluppando atteggiamenti consoni alle nuove difficoltà della categoria. Pretendere tanto, o troppo, è certo sbagliato.


    La riprova di quanto detto si può incontrare nel l'atteggiamento mostrato a San Siro contro l'Inter, squadra che Mazzarri sta cercando di plasmare a suo modo e maniera per riportarla nel gotha del calcio italiano, almeno a livello di risultati. Beh, il Livorno si è presentato al Meazza con il piglio di chi a quell'Inter voleva mettere la museruola, riuscendoci anche - in parte - se non fosse capitato quell'incidente a Bardi e i nerazzurri non si fossero trovati sull'1-0 con una facilità, e fortuna, disarmanti. Poi la volontà di crescere, di migliorare, di non voler essere la vittima sacrificale hanno fatto il resto, consentendo a Emerson e compagni di scendere in campo nella ripresa per mettere in difficoltà la corazzata nerazzurra. É su questo che Nicola sta lavorando con attenzione e meticolosità, sul suo credo e quello che poi, di fatto, é lo stesso imprinting della squadra: giocarsela sempre, contro chiunque, mai rinunciando ad attaccare. Poco importa se dopo l'Inter arriverà la Juventus.

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