Livornomania: ora l'unione fa la forza
Ad ogni azione, ci hanno insegnato, corrisponde una reazione. La sconfitta patita nell'ultima giornata di campionato dalla squadra amaranto in casa del Chievo di Eugenio Corini ha rischiato di mettere seriamente in discussione tutte quelle certezze che a partire dalla stagione scorsa iniziarono a costituire i capisaldi della forza del Livorno. L'azione, se così vogliamo definirla, é stata questa. La reazione é stata invece la collera del presidente amaranto Aldo Spinelli all'indomani del brutto - dobbiamo dirlo - passo falso del 'Bentegodi'. Il patron genovese é andato su tutte le furie facendosi anche passare strane idee per la mente, suggestioni puntualmente svanite nelle quarantott'ore successive. Se a tempo o in maniera definitiva é difficile stabilirlo, ma quel che appare chiaro é come il Livorno non possa, e non debba più offrire gare della specie vista con il Chievo, senza voglia di incidere, compassato e avaro di qualsivoglia spirito di combattimento sportivo.
Giusto andare avanti con Davide Nicola, altroché se lo è. Il tecnico piemontese ha plasmato una squadra che l'anno prima aveva evitato la retrocessione in Lega Pro all'ultima giornata, iniettandole nuovi meccanismi, profonde convinzioni e dandole un gioco. In serie B ha stupito, con gol e occasioni, in serie A fatica, come del resto a pensarci bene, é anche normale che sia. Quello che però non é normale é non vedere una squadra battagliera, vogliosa di fare risultato. Un collettivo 'cattivo', desideroso di regalare ad una piazza un sogno chiamato salvezza. Certo, se da una parte Nicola dovrà essere bravo a fare tutto questo, dall'altra la dirigenza dovrà darsi una mossa per il mercato di gennaio, consegnando al tecnico almeno tre rinforzi, uno per reparto. Quattro, se le cose dovessero essere perfette. Servono un difensore, un esterno sinistro, un centrocampisti centrale ed un'attaccante. Anche a questa azione, evidentemente, corrisponderà una reazione.
