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  • Llorente ko: 'Juve, sapevo che era dura'. Immobile: 'Se segno faccio di tutto'

    Llorente ko: 'Juve, sapevo che era dura'. Immobile: 'Se segno faccio di tutto'

    Alla vigilia di Juventus-Siviglia di Champions League, parlano due ex attaccanti bianconeri. Fernando Llorente ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: "Non ci posso credere, non parto per Torino. A questa partita tenevo tantissimo. Ho un problema muscolare, preferiamo non rischiare. Ho passato due anni meravigliosi a Torino e la Juventus resterà per sempre nel mio cuore, considero la città e la squadra come una seconda casa. Mi sento ancora juventino e ora per questi risultati soffro come se fossi li". 

    Già che siamo in argomento, che succede alla Juventus? 

    "Sinceramente quest’estate quando ancora ero a Torino sapevamo che non sarebbe stato facile. Avevamo perso tre giocatori importanti come Tevez, Pirlo e Vidal, tre titolari, gente che risolveva partite. Quando si cambia tanto in profondità ci vuole tempo per ritrovare l’unione e lo stile di gioco che ci caratterizzava. Ora ci sono giocatori diversi con uno stile differente, non è facile trovare il cammino della vittoria". 

    E lei, perché è andato via? 
    "Visti i nuovi acquisti avevo capito che il mio spazio si sarebbe ridotto. Sapevo che alla Juventus non dispiaceva una mia eventuale partenza e quando è arrivata la possibilità di venire a Siviglia a giocare la Champions League diciamo che è stata la quadratura del cerchio. Eravamo tutti contenti, però mi è dispiaciuto ugualmente molto andar via". 

    Cosa le manca dell’Italia? 

    "Tante cose. I compagni, gli amici che mi sono fatto anche fuori dal calcio, certe cose da mangiare, la tranquillità di Torino… Vivevo in centro ed era meraviglioso". 

    Ha giocato tanto con Conte e meno con Allegri. Come mai? 
    "Il sistema di gioco è cambiato e mi ha danneggiato, poi ci ho messo del mio, probabilmente non ho fatto tutti i gol che dovevo fare. Con Conte giocavamo più sulle fasce e la cosa mi favoriva. Venivo da un anno difficile a Bilbao, all’inizio è stata dura ma poi mi sono adattato molto bene. Con Allegri il gioco passava più per vie centrali e stare sempre spalle alla porta con le difese tanto chiuse come sono in Italia non era facile. Ho segnato meno, anche se rivendico alcune partecipazioni importanti come con l’Olympiacos. E alla Juventus la concorrenza è enorme". 

    L’ha fatta fuori l’amico Morata. 

    "Già. L’ho fatto inserire benissimo! Alvaro è un grande giocatore. Ha potenzialità enormi e l’ha dimostrato nella seconda parte della scorsa stagione. Ha un gran futuro davanti a sé: deve continuare a crescere, conquistare più peso nella squadra e non smettere mai di lavorare e di impegnarsi, la Juventus è una delle più grandi squadra d’Europa, non aspetta nessuno". 

    L’ha sentito? 
    "Certo. Mi diceva: 'Torni a Torino, sono sicuro che ci fai gol'. E invece non parto neanche, altro che gol".

    Siviglia e Juventus, appena 5 punti nelle prime 6 giornate. 

    "Obiettivi diversi ma crisi e cause simili: noi non puntiamo alla Liga ma a un piazzamento Champions e la cosa si è complicata così come lo scudetto per la Juve. Però sono sicuro che in primavera la Juve sarà lì a lottare. Certo che se guardo alla classifica con Inter, Fiorentina e Torino lì su, i peggiori rivali della Juve… Sono contento di non dover andare al bar e in giro in centro, immagino che i torinisti stiano godendo parecchio". 

    Crisi simile a quella del Siviglia, diceva. 
    "Si, perché anche qui abbiamo cambiato tanto, e in più succede ogni estate. E poi ci sono gli infortuni. Abbiamo perso sicurezza e accumulato dubbi". 

    Infortuni che hanno fatto diventare titolare Andreolli, uno che in Italia non giocava quasi mai. 

    "E infatti non me lo ricordavo. Sta facendo benissimo, nonostante sia arrivato a fine mercato e da una situazione dove giocava quasi mai. Qui una partita dopo l’altra: ha iniziato soffrendo, al 60’ gli tiravano i polpacci per i crampi. Però non ha mollato. Una sorpresa". 

    E Immobile? 
    "Due anni fa è stato capocannoniere in Serie A e certe cose non succedono per caso. Poi le difficoltà a Dortmund e un altro cambio. Io qui lo vedo bene". 

    Parlavamo di allenatori. Unai Emery in Italia piace molto. 
    "Giustamente. E’ preparato, attento, tatticamente all’avanguardia e sa trasmettere alla perfezione ciò che ha dentro, tanto le idee come le emozioni. In Italia farebbe di sicuro benissimo". 

    A Torino che partita vedremo? 

    "Durissima. Una grande Juve che giocherà per mangiarsi il mondo. Ho paura che tocchi a noi pagare le difficoltà mostrate in questo periodo. E poi lo Stadium dà grande forza. Lo so che nell’ultima gara il Frosinone ha pareggiato, ma è stato un incidente". 

    E voi? 
    "In Champions League siamo partiti bene e abbiamo voglia di guadagnarci il rispetto europeo, cosa che si conquista in partite e in stadi come questi". 

     

    Ciro Immobile ha dichiarato in un'intervista a Tuttosport: "La Juve? E' quella vista a Manchester contro il City. Al Siviglia non mi sento scartato, non sono invidioso di Morata e Zaza. E' strano tornare in Italia e vedere la Juve nella parte bassa della classifica". 

    Neanche per voi è stato un buon inizio in Liga: 5 punti, proprio come la Juventus... 

    "La classifica è un po’ bugiarda. Stiamo lavorando bene, seguendo le indicazioni di Emery. Ma quando cambi tanti giocatori, serve tempo. In campionato siamo tornati al successo e vincere allo Stadium potrebbe rappresentare la svolta stagionale". 

    E' la stessa cosa che ripetono in casa Juve. 
    "Delle similitudini tra noi e loro ci sono. Penso sia una questione di meccanismi di squadra, non di qualità dei singoli. La Juve è ancora la più forte per lo scudetto, ha tanti giocatori che fanno la differenza. Domani mi aspetto la squadra vittoriosa a Manchester e non quella che ha pareggiato allo Stadium contro il Frosinone". 

    Allegri ha cambiato 8 formazioni su 8: sarete spaesati anche voi... 

    "Vediamo quali video ci farà analizzare l’allenatore, che è sempre meticoloso". 

    Emery qualche tempo fa disse che avrebbe chiesto aiuto a lei e Llorente per domani. 
    "In difesa sono tutti miei compagni di Nazionale. Ma sull’argomento è Fernando il vero esperto". 

    Chi toglierebbe alla difesa della Juve, a bruciapelo? 
    "Bonucci o Chiellini". 

    E in generale? 
    "Pogba, uno che può vincere le partite da solo". 

    La passata stagione affrontò i bianconeri col Borussia Dortmund, stavolta col Siviglia. 

    "E' destino. E’ così da quando sono andato via da Torino". 

    Da ex granata, un derby. 
    "Provo grandissimo affetto per il Toro, ma questo per me non è un derby. E’ una partita speciale perché sono italiano e affronto la Juve con una squadra straniera". 

    Avrà la maglia granata sotto quella del Siviglia? 
    "No no... però prima della partita incontrerò Bovo e magari pure Ventura". 

    Dovesse segnare? 
    "Esulterei e potrei fare di tutto: non tanto per la Juve, ma perché mi manca troppo il gol. Non segno da marzo, in Coppa di Germania. E tornare protagonista in Champions sarebbe il top". 

    Ha giocato appena 145’, eppure sembra vivere il momento con serenità. 

    "E’ così, so che presto arriverà il mio momento, spero già contro la Juve. Sì, sono sereno perché a Siviglia non mi sono sentito scartato. Sono parte integrante del gruppo: arriveranno pure i gol". 

    Llorente le sta facendo da fratello maggiore come fece con Morata alla Juve? 
    "Abbiamo un ottimo rapporto. Ci conosciamo dall’anno in cui io giocavo nel Toro e lui nella Juve, eravamo quasi vicini di casa. Spesso parliamo anche di Italia e insieme guardiamo i risultati della serie A: Fernando è dispiaciuto nel vedere la Juve in difficoltà". 

    Un tridente Immobile-Llorente-Gameiro è possibile? 

    "Perché no? Anche se finora io e Gameiro non abbiamo mai giocato in coppia". 

    A Dortmund, nonostante i problemi, segnò 4 gol in Champions. 
    "Punto ai migliorarmi e arrivare a 5. Ma conta passare il girone: spero che agli ottavi andremo noi e la Juve". 

    Chi l’ha colpita maggiormente a Siviglia? 
    "Banega, che purtroppo domani non ci sarà. E Vitolo". 

    Si chiede mai perché la Juventus abbia puntato su Morata-Zaza e non su di lei? 
    "Me lo sono chiesto solo all’inizio. Ma poi è giusto che ognuno compia le proprie scelte. Non tocca a me giudicare. La Juve ha preso la sua decisione, io la mia: è avvenuto tutto col sorriso. Anche perché poi mi hanno ceduto a un club come il Borussia Dortmund". 

    Invidia qualcosa a Morata e Zaza? 

    "No, l’invidia non fa parte del mio carattere. Morata è un gran attaccante. Simone è mio compagno di Nazionale e sono convinto che si ritaglierà spazio anche nella Juve". 

    In Germania è stato compagno di Gundogan e Mkhitaryan, pallini dei dirigenti bianconeri.
    "Grandi giocatori. Con Mkhitaryan parlavamo anche dell’Italia, mi aveva fatto qualche domanda sulla Juve". 

    Da Dortmund a Siviglia: cos’è cambiato? 
    "Qua per un italiano è più semplice, si vive come da noi al sud, fa sempre caldo. E con lo spagnolo me la cavo già bene, non è come con il tedesco. Anche Andreolli, che è arrivato a fine mercato, inizia a capire tutto".

    Cosa non manca mai nella tavola di Immobile? 

    "Il sorriso... (risata)". 

    Emery assomiglia più a Klopp, Conte o Ventura? 
    "A Conte: sono due amanti della tattica, oltre che eccezionali motivatori. Anche Ventura è un tattico, però in maniera diversa da loro". 

    A proposito di Ventura: non le viene voglia di giocare in questo Toro d’alta classifica? 
    "Seguo tutti con affetto, meritano questo momento. Però nel calcio bisogna guardare avanti, non indietro". 

    Toro in Champions è fantacalcio? 
    "No, non è impossibile. Le qualità ci sono, bisogna vedere come reagiranno alle pressioni. Io ci spero". 

    Con un Toro in Champions potrebbe tornare anche lei? 

    "Come si dice in questi casi: mai dire mai". 
     


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