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  • Lo scopritore di Icardi: 'Juve e Napoli lo bocciarono'

    Lo scopritore di Icardi: 'Juve e Napoli lo bocciarono'

    • Lorenzo Montaldo
    Con Mauro Icardi difficilmente ci sono mezze misure. E' amato o 'odiato', ammirato o detestato, ma tutti, universalmente, lo ritengono uno degli attaccanti più pericolosi di tutto il campionato di Serie A. A Genova, sponda Sampdoria, il feeling con Icardi si è interrotto da subito, praticamente dal giorno successivo al suo addio ai colori blucerchiati. Alcune vicende extracalcistiche e le famose 'orecchie' sotto alla Gradinata Sud, dopo un gol segnato con l'Inter, hanno ulteriormente deteriorato il rapporto.

    E dire che la scintilla tra Icardi e la Samp era scattata subito. A portarlo in Italia fu proprio il club di Corte Lambruschini, grazie ad un'intuizione del responsabile dello scout Riccardo Pecini. I blucerchiati approfittarono della rivoluzione culturale del falso centravanti attuata dal Barcellona che avrebbe limitato ulteriormente lo spazio per un attaccante puro come Icardi. A seguire da vicino tutta la vicenda c'era Nunzio Marchione, calabrese laureato in economia momentaneamente trapiantato a Barcellona, che ha raccontato così il 'primo' Mauro Icardi a Il Secolo XIX: "E' così che venne in Italia e finì alla Samp. Anzi, così è nata l'opportunità che Pecini è stato abilissimo a cogliere dopo che Juve e Napoli, club arrivati prima, lo avevano bocciato. Cosa mi colpì del primo Icardi? Il fatto che a 15 anni era già maturo e pronto a vivere fuori di casa. E naturalmente la capacità innata di partire mezzo secondo prima del difensore mettendosi dove serviva. Un fenomeno, si vedeva".

    Il Barcellona, però, continuava a non portarlo in prima squadra, nonostante i 38 gol in due stagioni nella Squadra B. "Così io che ero diventato suo agente, oltre che amico, insieme all'agente Ulisse Savini, gli promisi di trovargli un club in Italia. Lui sognava l'Inter perchè era cresciuto con il poster di Zanetti e ricordo la gioia quando festeggiammo al Camp Nou la semifinale di Champions l'anno del Triplete: avevamo Deulofeu vicino e non capiva come mai esultassimo".

    Da lì in poi la Samp e i primi gol in Primavera, dove già militava un'altra vecchia conoscenza blucerchiata, Zaza: "Poi finalmente esordì anche in prima squadra" prosegue Marchione "nel maggio 2012, e la sua rete alla Juve Stabia garantì i playoff di B. Pochi mesi dopo segnò pure in A nel primo derby. Fu l'inizio di una cavalcata pazzesca con i 3 gol alla Juve. E dobbiamo dire grazie all'allora ds Sensibile se andò così. Infatti fu lui il primo a impuntarsi perchè Atzori lo portasse in ritiro con i grandi sebbene ci fossero tanti attaccanti a chiuderlo. Ricordo anche che mesi dopo Pellè gli fece lo sgarbo di togliere il numero 99 volendolo per sé, con Mauro che ripiegò sul 98. Tutte cose che, unite ai pochi minuti in campo, penalizzarono il feeling tra Maurito e la Samp. Se poi finiì all'Inter, però, è perchè il club voleva incassare i 13 milioni, questo penso sia stato chiaro a tutti. Certo, l'Inter era il suo sogno ma Mauro non è certo così che avrebbe voluto finisse con la Samp che aveva creduto in lui per prima". 

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