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  • Preziosi, Lotito e Paparesta indagati per il caso Infront: ipotesi riciclaggio. Milan, salta la trattativa con Bee?

    Preziosi, Lotito e Paparesta indagati per il caso Infront: ipotesi riciclaggio. Milan, salta la trattativa con Bee?

    Riciclaggio. L'accusa con cui venerdì è stato arrestato il fiscalista Andrea Baroni è un'ombra che rischia di allungarsi pure sui presidenti Enrico Preziosi (Genoa), Gianluca Paparesta (Bari, dubbi sulle fideiussioni) e Claudio Lotito (Lazio) per dei presunti finanziamenti occulti ai loro club di calcio. Come scrive la Gazzetta dello Sport, i magistrati titolari dell'inchiesta sui diritti tv in Serie A stanno seguendo le tracce della società svizzera che ha prestato 15 milioni di euro in tre anni a Preziosi. 

    INFRONT - Dietro potrebbero esserci gli altri indagati Riccardo Silva e Marco Bogarelli di Infront, che ieri sera era atteso in tribuna allo stadio Olimpico di Roma per Italia-Norvegia, ma invece non si è visto. Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero commenta: "Se bloccano i diritti tv, bloccano tutto il calcio italiano". 

    LOTITO - La Repubblica ricostruisce l'asta che portò la Serie A a rinunciare a 150 milioni di euro pur di far rientrare nella trattativa Mediaset oltre a Sky. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito si difende: "Da otto mesi è in atto una campagna di bugie nei miei confronti". La Stampa aggiunge che negli atti dei pm di Milano c'è anche la telefonata tra lui e Iodice (ex dirigente dell'Ischia) oltre a una di Preziosi. 

    PREZIOSI - Proprio il presidente del Genoa spiega al Corriere della Sera: "Sui diritti tv erano tutti d'accordo. Quei soldi sono miei, non di Infront: ho ricevuto un prestito da una società finanziaria che dovrò rimborsare con gli interessi. Ipotizzare che io comandi il calcio con Galliani e Lotito è una bestemmia". Lo stesso Corriere della Sera scrive però che un'intercettazione telefonica incastra Preziosi: i 15 milioni per il Genoa sarebbero stati ricevuti da Bogarelli e non dalle banche. 

    MILAN: NIENTE BEE? - Sulla Gazzetta dello Sport si legge che tra i magistrati di Milano circolano delle voci secondo cui l'inchiesta su Infront potrebbe anche far saltare definitivamente l'affare tra Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol per il Milan. Baroni è tra i soci della società a cui si era rivolto il broker thailandese, impegnatosi a pagare 480 milioni di euro per il 48% del club rossonero. Il closing, tra scadenze saltate e proroghe concesse senza uno straccio di penale, aveva già subito preoccupanti ritardi. Le spiegazioni sarebbero due: o i potenziali investitori avrebbero deciso di tirarsi indietro perché spaventati dall'attivismo della magistratura e dalla diffidenza mediatica, oppure troverebbero una sponda i sospetti avanzati da alcuni sull'opacità dell'intera operazione. Inoltre pare che i pm siano stizziti per la fuga di notizie sul caso Milan, collaterale all'inchiesta Infront: avrebbero preferito che l'affare tra il Signor B e Mister Bee andasse in porto per poterlo esaminare carte alla mano e a bocce ferme. 

    STADIO - Il Sole 24 Ore scrive che l'inchiesta di Milano su Infront si unisce a quella di Napoli sui contributi al calcio dilettanti. Intanto Milan e Fondazione Fiera vanno all'arbitrato per vicenda dello stadio al Portello: sarà un giudice a stabilire la penale che dovrà pagare il club rossonero. 

    CALCIOPOLI - Sul fronte Calciopoli, Gazzoni (ex patron del Bologna) notifica anche alla Juventus l'atto di citazione per danni da 100 milioni di euro: le richieste totali delle parti civili ammontano a una cifra compresa tra i 200 e i 300 milioni. 

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