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Luca Toni, il bomber che non attizza

Luca Toni, il bomber che non attizza

Luca Toni, chi è costui? Un campione o un giocatore sul viale del tramonto? E allora rileggi gli almanacchi e trovi: Pavullo nel Frignano, appennino modenese, 26 maggio 1977, campione del Mondo con la Nazionale nel 2006, cinquanta gol in ottanta presenze con il Palermo, quarantasette in sessantasette gare con la Fiorentina, trentotto in sessantadue con il Bayern, cinque in quindici con la Roma. E ti chiedi: ci serve? A giudicare da radiomercato, sembra che il trentatreenne attaccante modenese (l’età giusta per essere crocifisso?) si stia offrendo al Napoli e secondo De Laurentiis, Bigon e Ugolini (quello a cui si può dare più credito fra i tre) si può fare. Ma non è attaccante che infiamma. Diciamoci la verità, quel roteare la mano destra accanto all’orecchio quando segna ci ha dato sempre più fastidio che ispirato simpatia. E il nome Toni al bar Novecento non è che dica poi molto. Sono scettico. Forse perché non è l’attaccante che sogno, né quello che voglio. Ma più che scettico sono attendista perché De Laurentiis prima mi ha fatto capire che voleva comprare il mondo intero, poi che cercava nuovi giovani, ora mi arriva con la chiusura per Toni uno, per la verità un po’ bollito. Parlo per me, ma ho la sensazione di essere nella media del tifosi napoletano. E’ come se fossimo alla finestra. “Che vuole fare questo qui? Spende o non spende? Ci fa sognare oppure no?” Aspettiamo dunque. E “godiamoci” un mercato che tutto è meno che scintillante. Con giocatori di basso profilo, tipo Guarente. Un giocatore che non entusiasma e che finora non è che abbia impressionato per la sua qualità. Stesso discorso a centrocampo per Inler. Troppo il costo del suo cartellino 18 milioni di euo (ma forse è probabile uno scambio con Denis). Oppure in attacco Matri (ma se era decente veniva da noi?) e or spunta anche Traore, giovane ivoriano del Cluj, squadra rumena. Ma insomma vogliamo prenderci in giro? Non sono giocatori che possono garantire il salto di qualità. Occorre un’inversione di tendenza.

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