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  • Luciano:| 'L'addio al Chievo? È lontano'

    Luciano:| 'L'addio al Chievo? È lontano'

    Undici anni di Chievo. Una vita in gialloblù. Luciano Siqueira De Oliveira è depositario della storia recente del clan di Campedelli. Lui c'era.
    Pare ci sia sempre stato. Il giorno dell'esordio tra i giganti d'Italia a Firenze, il giorno dell'impresa a San Siro contro l'Inter di Cuper, il giorno dello prima storica stracittadina al Bentegodi con gli occhi di tutta Italia addosso.
    E ancora: il giorno delle Coppe, il giorno dei sorrisi e delle lacrime. Oggi Luciano è felice di essere ancora cittadino di Chievolandia. Capitano per sempre. Anche quando sarà finita.

    Perché Chievo è casa sua. Oggi, forse, anche un po' di più del Brasile.
    Luciano, corre, recupera, calcia, macina chilometri. Sembra un ragazzino. Ma allora aveva ragione lei a voler rinnovare ancora con il Chievo...
    «Volevo rinnovare per restare ancora qui. Perché sentivo che il momento degli addii non era ancora arrivato. E perché volevo rendermi ancora utile per il Chievo. Oggi sono felice perché credo che abbiamo fatto entrambi la cosa giusta».
    Il suo film al Chievo è lungo una vita. Ma prima o poi si arriva al finale. Va sempre così.
    «Certo, ma per me quel giorno non esiste ancora. È lontano. Non esiste».
    Un giorno confessò: chiudo al Chievo e vado a giocare in Brasile almeno per un anno
    «Adesso dico: gioco per il Chievo, mi sento in forma, e davanti a me vedo tanto calcio. Tutto il resto è lontano».
    Perché il Chievo è cambiato poco rispetto al passato più recente?
    «Perché il gruppo c'era già. Perché in campo abbiamo dimostrato di essere squadra vera. Perché la scorsa stagione abbiamo ottenuto una salvezza tranquilla. Quindi era giusto confermare questi ragazzi. Magari con qualche ritocco».
    Se sogna a cosa pensa?
    «Chievo salvo con un mese e mezzo d'anticipo rispetto alla fine del campionato, e prova a puntare a qualcosa di più importante».
    Se apre gli occhi?
    «Penserei le stesse cose. In fondo il nostro obiettivo è proprio questo: riconfermarci squadra da A, e stupire noi stessi. Credo che questo pensiero possa trasformarsi in realtà».
    Ci crede o ci spera?
    «Ci credo, perché conosco la forza della squadra, dei miei compagni».
    E Pioli che cosa ha portato?
    «Concetti diversi che si poggiano su una base di gioco che si è consolidata nel tempo. Il mister si è proposto bene. E ci viene naturale seguirlo, quando ci insegna il suo modo di pensare calcio».
    Pare sia cambiato poco, però, rispetto a ieri.
    «Poco, ma qualcosa è cambiato. Oggi il Chievo è più aggressivo, gioca di più la palla a terra, e se tutto funziona come deve, possiamo giocarcela alla grande con tutti».
    Bisognerà aspettare la prima di campionato contro il Catania per farsi un'idea esatta di chi siete veramente
    «No, prendete il primo tempo giocato sabato contro il Parma. Avevamo di fronte una buona squadra di A.
    E credo che il Chievo sia stato devastante. Quindi, i segnali positivi non mancano di certo".
    Il migliore di questo inizio stagione?
    «De Paula. Sta facendo grandi cose, si allena con un impegno costante, e io lo vedo in crescita continua. Punto tutto quello che ho su di lui».
    Luciano, lei oggi è tra i migliori per corsa, sprint, brillantezza. Come ha fatto?
    «Mi alleno bene, sto bene, non mi pesa nessun infortunio. Anzi, respiro l'aria che piace a me. Cose da Chievo».


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