Calciomercato.com

  • Malaga senza Buonanotte per il Milan
Malaga senza Buonanotte per il Milan

Malaga senza Buonanotte per il Milan

Un palmares desolatamente anonimo, ma un avvenire mai così radioso. Il Malaga, prossimo avversario del Milan in Champions League, eccezion fatta per una defunta Coppa Intertoto (conquistata nel 2002) non ha mai festeggiato alcun trionfo di rilievo. Eppure le boquenores (in spagnolo acciughe, soprannome dei biancocelesti) guidati dal cileno Manuel Pellegrini, promettono di regalarsi ulteriori soddisfazioni già a partire dal match alla Rosaleda.

Gli andalusi guidano il gruppo C a punteggio pieno complici gli scalpi sottratti a Zenit e Anderlecht, entrambe annichilite per 3-0. A testimonianza del valore degli spagnoli, inoltre, un attuale terzo posto nella Liga alle spalle di Barcellona e Atletico Madrid. Proprio i colchoneros, lo scorso 7 ottobre, hanno inflitto sin qui l’unico stop stagionale agli andalusi (2-1 al Vicente Calderòn, ko rimediato peraltro in pieno recupero).

Una favola realizzata dai petroldollari di Abdullah bin Nasser Al Thani, l’imprenditore-sceicco qatariota che nel giugno 2010 rilevò la società. Dopo una prima stagione di assestamento agli ordini di Pellegrini (già tecnico di Real Madrid e Villarreal), l’annata 2011/12 è quella da incorniciare: una campagna acquisti faraonica consente al Malaga di chiudere al quarto posto, garantendosi così la possibilità di disputare i preliminari dell’Europa che conta. Anche i sogni, tuttavia, possono trasformarsi in incubi: in estate Al Thani, fratello di Tamim (proprietario del Paris Saint Germain) nonché legato alla casa reale di Doha, minaccia di lasciare il club e ne annuncia la vendita. Storie di fair play finanziario, stipendi arretrati, debiti e schermaglie con le istituzioni politiche della città andalusa.

Una catastrofe in poche parole: il Malaga rischia la retrocessione in Segunda divisiòn B (la terza serie iberica), i vari Cazorla, Maresca, Mathijsen e Rondon abbandonano la scialuppa mentre sulla Costa del Sol si accoglierebbero a braccia aperte nuovi magnati dell’Europa dell’est. Intanto, sul campo, i boquenores conquistano uno storico accesso alla massima competizione europea eliminando il Panathinaikos, non prima che Al Thani faccia dietrofront mantenendo la presidenza del sodalizio biancoceleste. Gli innesti di Iturra, Saviola, Santa Cruz e l’ex rossonero Onyewu puntellano una rosa collaudata ma ridimensionata rispetto alla stagione precedente, una realtà smentita da un avvio altisonante. E contro un Milan mai così deficitario da oltre 70 anni, l’esito è tutt’altro che scontato.

“El ingeniero” Pellegrini si è confermato tecnico di indubbia capacità: sorprese al timone del Sottomarino Giallo, pagò dazio a Madrid nonostante una Liga con numeri impressionanti (secondo con 96 punti e un attacco che sfondò il tetto delle 100 reti). Nella patria del flamenco il suo 4-3-2-1 ha acquistato consensi e ammaliato platee ben oltre i confini ispanici. Willy Caballero ha scalzato Kameni tra i pali nelle gerarchie del trainer cileno, forse l’unico azzardo che desta perplessità. Gamez, Weligton, Demichelis e Monreal costituiscono un pacchetto arretrato affidabile e di buona tenuta. Ignacio Camacho si candida a volto nuovo del centrocampo della Roja, mentre il mancino Eliseu è stato colpevolmente liquidato a cuor leggero dalla Lazio.

Con ogni probabilità non saranno della partita il francese Toulalan ed “El nano” Buonanotte, sicuro assente invece l’ex romanista Julio Baptista. Chi guiderà gli andalusi è il 20enne Isco, uno dei prospetti più cristallini del calcio spagnolo, talmente promettente e smaliziato da riservarsi un posto nella Selecciòn nel futuro immediato. Joaquìn e Saviola, entrambi classe ’81, concedono quel tasso di esperienza che dovrà maturare sul campo Fabrice Olinga, camerunense di 16 anni e più giovane marcatore nella storia della Liga dal 18 agosto scorso (esordio con gol contro il Celta Vigo).

Federico Garcìa Lorca, celebre poeta granadino, raccontando l’amata e tormentata terra la circoscrisse come “l’Andalusia del pianto”. Allegri è sulla graticola e, anche per lui, la trasferta spagnola rischia di sfociare in una valle di lacrime.

Altre Notizie