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  • Maldini al Milan perché è 'vergine': stop a ultrà, Raiola, Preziosi e Seedorf

    Maldini al Milan perché è 'vergine': stop a ultrà, Raiola, Preziosi e Seedorf

    • Cristian Giudici

    In casa Milan impazza il toto-dirigente. Adriano Galliani è la società fatta persona, quindi per sostituirlo servono almeno due nuove figure. Come amministratore delegato il favorito è Claudio Fenucci, pronto a lasciare la Roma, mentre per quanto riguarda il ruolo di direttore sportivo sono in ballo diversi nomi: Albertini, Bigon, Maldini, Paratici, Pradé, Sabatini e Sogliano in rigoroso ordine alfabetico. 

    Si tratta di persone serie e capaci, però senza offendere nessuno noi facciamo il tifo per l'unico uomo libero: Paolo Maldini. L'ex capitano rossonero è libero da altri vincoli contrattuali, ma anche da rapporti con procuratori e dirigenti storici nel mondo del calcio. In questo senso puntare su di lui sarebbe una bella scommessa, perché la sua mancanza d'esperienza garantirebbe un mercato di merito senza fare favori a vecchi amici. Proprio quest'ultimo aspetto rappresenta una delle accuse rivolte da Barbara Berlusconi a Galliani, 'colpevole' di condurre troppi affari con i soliti noti. Basti pensare ai continui scambi col presidente del Genoa, Enrico Preziosi o ai giocatori portati in rossonero da Mino Raiola

    L'errore più grave sarebbe rischiare di ricadere nella stessa trappola con Clarence Seedorf, destinato a prendere il posto di Allegri in panchina come nuovo allenatore a fine stagione o addirittura già a gennaio, con pace degli altri candidati Mangia e Inzaghi. Infatti l'olandese possiede un'agenzia che accompagna i calciatori nel corso della carriera: come bisognerebbe comportarsi se chiedesse di portare uno di loro al Milan? Su tutto ciò dovrà vigilare Antonio Marchesi, l'esperto di management sportivo fortemente voluto da Barbara Berlusconi nel Consiglio d'amministrazione del club rossonero. 

    Tornando a Paolo Maldini, il suo ritorno al Milan in un ruolo di primaria importanza sarebbe un bene per tutto il calcio italiano perché aiuterebbe i club a tagliare i rapporti a doppio filo con il tifo organizzato. D'altronde lui lo ha già fatto durante la sua carriera da calciatore, irritando la Curva Sud che gliel'ha fatta pagare rovinandogli la festa nel giorno del suo addio a San Siro con fischi, striscioni polemici e cori pro Franco Baresi. Era il 24 maggio 2009, la Roma vinse 3-2 e Maldini tuonò: "Sono orgoglioso di non essere uno di loro"

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