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  • Malesani, tutti dicono 'I love you'

    Malesani, tutti dicono 'I love you'

    Primo fotogramma, scatto ripetuto: fine partita, abbracci a uno a uno di tutti i giocatori con Alberto Malesani. Secondo fotogramma: il preparatore Raione, mezzofondista provetto, che al gol del 2-0 siglato da Palacio si converte in centometrista e corre a cerchio di felicità per il campo, mentre il resto della panchina fa cumulo unico sul tecnico di Verona.Terzo fotogramma: capitan Rossi butta dentro l’1-0, lui stesso racconta con sorriso timido di non saper esultare ma quel che segue vale cento balletti, la corsa a pugno chiuso verso i seicento tifosi rossoblù al Franchi, la prosecuzione verso l’area tecnica senza bisogno di arrivarci, perché pure Malesani corre e s’incontrano in abbraccio stretto, raggiunti da tutti gli altri. Immagini simbolo del Genoa che torna a vincere, a Siena.

    E poi le parole da sovrascrivere, in telegramma post-partita del tecnico: «Questa è la vittoria del gruppo, perciò preferisco non parlare dei singoli. Per me, voto 10 a chi è andato in campo, 10 a chi è stato in panchina, 10 a chi è andato in tribuna, 10 a chi è a casa ad aspettarci. Nel calcio ci sono cose brutte, ma anche belle, come i rapporti umani. Questa squadra ha subito un cambio epocale in estate, non si può avere tutto subito e abbiamo anche commesso degli errori strutturali, a cui porremo rimedio a gennaio, ma non abbiamo sbagliato sotto il profilo umano. Quanto al gioco, siamo un po’ in ritardo e me ne scuso. Ma sul piano umano siamo avanti. Intorno alla squadra c’è sempre pressione, lo stress si riflette sui giocatori. Però questa vittoria, bella e meritata, ha un grande significato caratteriale. Chi diceva che questa squadra non ha carattere, la smetta. Il gruppo è stato straordinario. E in fondo, a parità di partite con le altre, siamo settimi. Ora l’Inter, che può essere un di più».Da affrontare ancora in emergenza, ma con la forza morale del risultato ritrovato.

    «La sconfitta con il Milan ci stava, ma in 10 è dura. E sono già 5 le partite che abbiamo finito in inferiorità numerica, troppe. Ma, ripeto, questa squadra ha carattere. A Cesena, invece, meritavamo di vincere e abbiamo perso. E giù critiche. Per l’Inter mi auguro di recuperare le energie mentali, perché c’è pressione, è sempre tutto in discussione, mentre la squadra andrebbe lasciata sbagliare. I tifosi capiscono i nostri sforzi, grandi anche stasera, altri no. Auspico uno stile Genoa pure in questo senso. E l’importante è andare avanti tutti insieme. Il presidente ha capito tutto, abbiamo individuato alcuni problemi strutturali e li correggeremo. Ma ricordiamo che sono andati via giocatori di rilievo, che fanno la Champions, e altri, un cambio epocale. Purtroppo non sono ancora riuscito ad avere una squadra continua nel gioco, ma ci sono sempre arrivato e a Siena abbiamo dato segnali. Forse ci vuole un po’ più di tempo, abbiate pazienza».

    L’esempio è Constant, ieri positivo: «Siamo in emergenza: Moretti aveva 39 di febbre, Veloso ha preso una botta ma conto di recuperarlo, Zé era fuori da 5 mesi e sa di non aver fatto bene, ma è uno abituato a vincere e ha dato fiducia e tranquillità alla squadra in un momento di pressione e stress. Chiarisco, stress di persone fortunate, come quando ho detto che il mio è il mestiere più duro del mondo. Ho fatto l’operaio, so che è un’altra cosa, ma la gestione dell’allenatore, con la concorrenza che c’è e le tensioni, è dura, pur essendo noi dei superfortunati. Non travisiamo. Quanto a Constant, abbiamo dovuto aspettarlo, può fare anche meglio ma si comincia a vedere chi è. Lui ha preso fischi e io parole, però è costato tanto e va atteso. Questo è avere un progetto, altrimenti diventa un casino e ciò mi delude. La squadra sta prendendo corpo. Abbiamo commesso errori, tutti quanti, ma rimedieremo a gennaio. Dai, con questa vittoria sistemiamo tutto, fino a Natale cerchiamo di rosicchiare ancora qualche punto». E altri fotogrammi di abbracci.

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